Non sembra fermarsi l’emorragia interna alla Chiesa Cattolica, le notizie di abusi si rincorrono settimanalmente. Effetto da agenda setting o conseguenze dello squarcio che sembra essersi aperto tra le fila serrate dell’istituzione religiosa?
Dall’Australia giunge la notizie della condanna a venti anni di carcere di John Sidney Denham, 67 anni, ex sacerdote della diocesi di Sydney, ritenuto colpevole di numerosi abusi nei confronti di bambini di sesso maschile nel periodo che va dal 1968 al 1986.
Diciotto anni in cui Denham, stando alle parole della sentenza emessa dal giudice Helen Syme, l’ex sacerdote avrebbe perpetuato una serie di violenze fisiche e psicologiche traendone un piacere sadico. Parole confermate, a distanza di anni, anche da Denham che scusandosi per gli orrori commessi ha ammesso che all’epoca si “eccitava per il dolore” procurato agli alunni della scuola in cui lo stesso Denham era il responsabile delle punizioni disciplinari.
L’istituto St Pius X a Newcastle è stato il luogo dove si sono verificati la maggior parte degli abusi. All’epoca dei fatti, come spesso succede in questi casi, i bambini che si lamentarono per le eccessive ed invadenti attenzioni rivolte loro da Denham non vennero presi sul serio e molti furono costretti a lasciare l’istituto.
Oggi, a più di venti anni dai fatti, la giustizia sembra aver completato il suo corso, anche se gli effetti psicologici sulle vittime di vicende come quelle appena citate durano nel tempo e, probabilmente, accompagneranno per sempre le vite di quelli che all’epoca dei fatti erano bambini indifesi.
Ma i guai per la diocesi di Sydney non sembrano limitarsi al danno d’immagine che ne è scaturito dalla sentenza definitiva su Denham; infatti, il comitato delle vittime degli abusi ha intentato una richiesta di risarcimento tale che potrebbe portare alla bancarotta la stessa diocesi.
Simone Olivelli