Google sfida Facebook, arriva Google ME

Facebook è la regina dei social network? Tanto imponente che ben presto uscirà al cinema anche un film sulla sua storia? Arriva Google che lancia una sfida proprio sul terreno di Facebook. Indiscrezioni e voci parlano di una “scesa in campo” social network da parte di Google: nasce Google ME.  E le voci sembrano essere anche confermate dalla dichiarazione dell’amministratore delegato di Google, Eric Schmidt, che non ha negato l’esistenza di un progetto “antiFacebook” durante il Media Summit che si è tenuto ieri sotto organizzazione del giornale inglese “The Guardian”.

Il progetto ha ancora un nome provvisiorio (Google ME), ma promette di far decollare il colosso Google all’interno del settore ad esso piuttosto ostico dei social network. Ha cercato di adeguarsi alle regole imposte da Facebook, introducendo la piattaforma Buzz per messaggeria istantanea e condivisione di notizie nella sua posta elettronica, Gmail. Ma anche Google ha dovuto affrontare il problema principale dei social network, che è quello della privacy e che ha provocato molta perplessità nell’utenza.

Il tutto è finalizzato ad evitare di perdere la centralità che i servizi in Rete di Mountain View, soprattutto quello della ricerca in Internet, hanno e che li caratterizza attualmente. La paura che Facebook metta all’angolo Google è forte, soprattutto dopo questi ultimi 10 anni di grossi affari e di affascinanti prospettive nel mondo dell’high-tech. E le preoccupazioni nascono anche dal fatto che attualmente negli Stati Uniti Facebook conta su 450 milioni di iscritti che ogni giorno condividono un flusso di informazioni molto elevato, tanto da superare lo stesso Google News. Google lancia la sfida.

Ora quello che resta di sapere e che, magari, scopriremo quando il social network di Google partirà, sta nella portata del progetto di Mountain View. Google Me riuscirà a posizionarsi in modo efficace nel mondo dei social network come diretto concorrente di Facebook? Facebook ha un numero di utense e di iscritti troppo elevato, e gli utenti stessi non sembrano proprio interessati, al momento, a spostarsi da qualche altra parte. Magari Google punterà proprio su questo.

Augusto D’Amante