In un’epoca di rivendicazioni nazionali, di richieste di secessioni, di identità culturali create ad hoc per sottolineare le differenze che separano una regione da un’altra rafforzando così le pulsioni separatiste, c’è anche chi non dà nessun peso specifico all’indipendenza nazionale, arrivando a chiedere di essere annesso ad uno Stato straniero.
Parliamo del Lesotho, piccola enclave dentro il territorio sudafricano, che ottenne l’indipendenza nel 1966.
I motivi di quella che potrebbe sembrare una scelta curiosa sono presto detti: l’economia del Lesotho versa in una situazione molto critica, acuita anche dalla dilagante diffusione dell’Aids.
La popolazione del Lesotho ammonta a poco meno di 1,9 milioni di abitanti, la maggioranza dei quali appartiene all’etnia basotho. Dando uno sguardo alle statistiche demografiche ed economiche del paese si percepisce chiaramente il collasso che vive il Lesotho: l’aspettativa di vita è scesa a 34 anni, il numero di bambini orfani a causa dell’aids è di almeno 400.000, i settori principali dell’economia (industria dei diamanti e tessile, ndr) non offrono più alla popolazione il lavoro di qualche anno fa. Un po’ per l’automatizzazione dell’industria, un po’ per l’ingresso nel mercato di aziende cinesi.
Il Lesotho, in un passato nemmeno troppo remoto, è stato anche al centro degli onori della cronaca in relazione alla lotta contro l’apartheid che coinvolse il Sudafrica: era proprio in questa enclave che l’Anc (African National Congress, il principale partito sudafricano) organizzava le sue unità di guerriglia.
Successivamente il Lesotho è stato per parecchio tempo un bacino di manodopera a basso costo per l’economia sudafricana, oggi, invece, anche il governo di Pretoria sembra complicare la vita per gli abitanti basotho: dallo scorso mese non sono più ritenuti validi i documenti di viaggio temporanei che molti usano per andare a lavorare in Sudafrica e, considerando che il governo del Lesotho non stampa passaporti da cinque anni, questo ha comportato la scelta per molti tra un lavoro in Sudafrica e la possibilità di continuare a vivere nel proprio Paese.
In una nazione come il Lesotho, agli abitanti interessa poco di che colore sia la propria bandiera.
Simone Olivelli