Lecce, il padre assassino: “Non voglio questa vita per mio figlio”

“L’ho trovato il coraggio alla fine, hai visto? Non voglio questa vita per mio figlio. Non voglio che viva un inferno. Per questo ho deciso di portarlo con me. Purtroppo non hai voluto salvarla questa famiglia. Ti è successo con(omissis), ti è successo con (omissis) e adesso anche con me. Un po’ più tardi perchè c’era Stefano. Ma è arrivato. Andrai avanti, tu sei forte. Adesso tu potrai fare quello che vuoi. Non hai nè ostacoli nè sensi di colpa. E’ finita, di questo sono in parte responsabili le persone con cui ti sei consigliata. Hai voluto questo. Mamma perdonami, ma non ce l’ho fatta. Perdonami addio a tutti. Stefano e Giampiero“.

Sono queste le poche righe scritte su un foglio e lasciate da Giampiero Mele, 25 anni, nella villetta a Torre San Giovanni, in cui mercoledì scorso ha ucciso Stefano, il suo figlioletto di due anni. Spiegazioni confuse e a tratti indecifrabili per la sua compagna e madre del bimbo, forse chiare veramente solo all’assassino. Spiegazioni che Mele non ha saputo invece ripetere davanti al gip Nicola Lariccia che con il sostituto procuratore titolare dell’indagine Guglielmo Cataldi, si è recato nel reparto di chirurgia dell’ospedale “Ferrari” di Casarano (Le) dove il ragazzo è ricoverato, per l’interrogatorio di garanzia. Il suo stato psicologico è tale che gli impedisce ancora di raccontare la sua versione dei fatti. E proprio per tale motivo i suoi legali Gabriella Mastrolia e Angelo Pallara hanno già dichiarato di voler richiedere una perizia psichiatrica per accertare se il giovane al momento del delitto era “capace di intendere e di volere” e quindi possa essere ritenuto o meno imputabile del reato di omicidio volontario di cui è accusato.

Al momento il giovane è in stato di arresto, piantonato in ospedale 24 ore su 24 dai carabinieri. Al momento non gli è stata ancora contestata l’aggravante della premeditazione, ma le immagini delle telecamere a circuito chiuso che lo ritraggono mentre compra corda e taglierino da un negozio di ferramenta all’ingresso di Torre San Giovanni, arnesi che poi gli serviranno per ferirsi ed uccidere il bambino, sono inequivocabili. Gli investigatori hanno trovato persino lo scontrino che conferma gli acquisti.

La mamma del piccolo Stefano, la 23enne Angelica Bolognese, è sotto shock, ricoverata nel reparto di neurologia dell’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce. Non conosce la dinamica dell’omicidio, i parenti hanno preferito risparmiarle i dettagli. Così come gli inquirenti che le hanno impedito di entrare nell’abitazione e poter vedere l’orribile scena del suo bambino abbandonato su un lettino, con addosso solo un paio di calzoncini, in un lago di sangue.

Raffaele Emiliano