Nuove speranze per chi soffre di tumore celebrale

La speranza è l’ultima a morire… e per fortuna. Pare infatti che un giovanissimo scienziato bolognese stia emergendo nello scenario scientifico europeo grazie alla donazione di una speranza per chi soffre di tumore celebrale. Il lavoro del giovane avviene grazie ad un team composto da diverse persone di varie nazionalità.

Milo Malanga, di 33, bolognese doc, ha ricevuto i finanziamenti dall’Ue all’interno del programma di ricerca Marie Curie. Grazie ad essi ha potuto partecipare allo sviluppo di una terapia innovativa e sorprendente. Una terapia che potrebbe portare all’uscita sul mercato di farmaci antitumorali. Si spera  dunque che tutto vada come previsto, anche perché, se così fosse, nel 2013 i farmaci potrebbero essere già pronti.

Entrando nel dettaglio possiamo scoprire che la ricerca e i test vengono eseguiti grazie ad un progetto che coinvolge ben nove Paesi. Il tutto si svolge a Budapest in Ungheria. Gli scienziati e i ricercatori lavorano sodo per poter dare il loro contributo alla scienza e per poter sconfiggere un brutto male come il tumore celebrale ed aiutare così tantissimi pazienti in tutto il mondo.  Per ora non trapelano molte notizie ma è certo che i primi risultati verranno presentati a Torino nel convegno che prende lo stesso nome del progetto.

Obiettivo della ricerca è, come già annunciato,  la creazione di un nuovo farmaco a base di zuccheri. Esso sarebbe espressamente dedicato al tumore celebrale, tumore che il più delle volte non può venir rimosso chirurgicamente per via delle molteplici complicazioni che potrebbero rivelarsi nel bel mezzo dell’intervento. Il cervello è un organo molto delicato e toccare o ledere una parte, seppur piccola, potrebbe volere dire togliere la parola, i ricordi, l’uso motorio e tante altre facoltà importantissime alla persona. L’idea più innovativa è quella che comprende la volontà di creare entità veicolanti per trasportare farmaci antitumorali o veicoli fatti di farmaci che possano colpire solo le cellule malate lasciando in pace quelle sane penetrando agevolmente nel cervello senza creare nessun danno o problema. Gli zuccheri usati come base per il farmaco sono stati estratti dall’amido di patate o riso. Tutte sostanze eco-compatibili, naturali, non nocive e soprattutto economiche.

Alessandra Solmi