Roma: ecco il GayPride, fra scontri e divisioni

Questo pomeriggio scenderanno in 25mila, secondo gli organizzatori, nelle strade della Capitale per dar vita alla consueta sfilata del GayPride romano.
L’evento si aprirà con un “bacio collettivo”, riprendendo il tema del “bacio” su cui è incentrata tutta la manifestazione, e con la distribuzione di centinaia di fedi nuziali per celebrare quei matrimoni civili che, a differenza di quanto accade in molti altri paesi europei, in Italia non sono ancora oggi possibili.
“Abbiamo deciso – hanno spiegato gli organizzatori – di celebrare un rito civile e di civiltà che ancora in Italia ci viene negato. A sposare le coppie, però, non ci sarà nessun sindaco. In Italia manca una legge, resa difficile dall’ostilità della politica ai diritti e all’uguaglianza”.

La sfilata si concluderà in Piazza Venezia, dove interverranno i portavoce del Pride, a nome dei principali soggetti che hanno indetto e organizzato l’evento: Di’Gay Project, Arcigay Roma, Gaylib Roma e Azionetrans.
Saranno presenti, fra i tanti manifestanti, anche Nichi Vendola, Vladimir Luxuria, Paola Concia (fischiata al Pride napoletano per il suo incontro politico con i neofascisti di Casapound), Sabrina Impacciatore, Elio Germano e Marisa Laurito.
Nei giorni scorsi era stata ufficialmente invitata a partecipare anche la neo presidente della Regione Renata Polverini, mentre il sindaco di Roma Alemanno non sarà presente dopo aver spiegato di non condividere alcuni passi della piattaforma del Pride, fra cui la rivendicazione dei matrimoni civili omosessuali.

Nella notte, intanto, la destra clerical-fascista romana, dopo il tentativo (fallito) degli organizzatori di far partecipare al corteo anche una delegazione del centro sociale neofascista di CasaPound, ha provveduto ad alzare la tensione intorno al corteo di oggi.
Due petardi sono stati esplosi, da ignoti, di fronte al Gay Village della capitale, in zona EUR, mentre questa mattina militanti di Militia Christi hanno issato di fronte al Colosseo uno striscione il Pride che rivendica “diritti alla perversione”; “manifestazioni del genere, – hanno spiegato gli integralisti cattolici – oltre ad essere oscene ed immorali, sono anche negative per tutti quegli omosessuali onesti che vivono la propria condizione con disagio”.

Non saranno comunque in piazza, oggi, le oltre cinquanta associazioni e realtà LGBT (Lesbiche, Gay, Bisessuali, Transgender) che, insieme allo storico circolo romano di cultura omosessuale “Mario Mieli”, hanno scelto di non aderire ad un Pride che, a partire dalla scelta del tema generico del “bacio”, è stato “tracciato e mortificato come un pannetto inutile in mano a pochi in totale smarrimento” ed è rimasto vittima di una “sconvolgente amnesia delle pietre miliari e quarantennali delle lotte di movimento lgbtq, ovvero orgoglio, liberazione, visibilità, autodeterminazione, sessualità, lotta per i diritti, laicità” per il solo tentativo di sdoganare “un indistinto qualunquismo politico, basandosi su un progetto ipotetico di trasversalità che vuole andare a tutti i costi a scovare una sensibilità della destra italiana verso le tematiche gay, lesbiche e transessuali che nella realtà non esiste”.