Fisica delle particelle e archeologia, un binomio alla ricerca di antichi ritoli nel Mar Morto

 

L’archeologia e la fisica delle particelle: un binomio che si è rivelato vincente per gli archeologi e che ha permesso di ritrovare quello che era il luogo di origine della pergamena dove sono stati scritti i documenti biblici più antichi della terra, ovvero i Rotoli del Mar Morto; il ritrovamento,targato Italia, è stato portato avanti dai Laboratori Nazionali del Sud(Lns) dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare situato a Catania. I risultati del lavoro, ottenuti dal gruppo capeggiato da Giuseppe Pappalardo, sono stati quindi esposti in Gran Bretagna a Surrey nel corso della conferenza sulla fisica delle particelle “Pixe“.

Sette frammenti della pergamena di questi documenti molto antichi, che sono stati datati da uno a due secoli avanti Cristo fino ad alcuni decenni dopo, sono stati concessi dal Museo di Israele e dalla collezione Ronald Reed della John Rylands  University Library e che sono stati analizzati e studiati nel laboratorio Landis di Catania grazie anche alla collaborazione dei ricercatori dell’Istituto per i Beni Archeologici e Monumentali del Consiglio Nazionale delle Ricerche.

Il passo seguente è consistito nell’analisi accurata delle acque che si trovano nella zona sulle rive del Mar Morto dove sono stati ritrovati gli antichi documenti: tramite questa analisi sono stati localizzati degli elementi chimici nelle sorgenti ed il rapporto che intercorre tra le varie loro concentrazioni; a questo punto i frammenti della grandezza di circa un centimetro quadrato sono stati controllati e studiati in maniera non distruttiva tramite un sistema di analisi chiamato Xpixe e brevettato dagli stessi Laboratori Nazionali del Sud; è questa una sorgente radioattiva che si occupa di emettere particelle alfa e raggi X. Nel momento in cui queste radiazioni vanno a colpire il campione avviene l’emissione di raggi X tipici degli elementi che lo costituiscono.

Ad essere infine utilizzato è stato poi l’accelleratore di particelle Tandem dei Laboratori di Catania, dove alcuni dei frammenti sono stati per così dire bombardati con dei fasci di protone all’energia di 1,3 milioni di elettronvolt al fine di analizzare i valori di quello che è il rapporto cloro-bromo; questa analisi ha condotto a scoprire come le pergamene siano compatibili con la loro provenienza dalla zona nella quale sono state scoperte. La conclusione di questa analisi è stata che la pergamena dei rotoli potrebbe essere quella adoperata sulle rive del Mar Morto nell’area di Qumran, dove sono stati scoperti i documenti; seguirà a questa ricerca l’analisi dell’inchiostro adoperato nei testi.

Rossella Lalli