In un clima politico a dir poco infuocato, non potevano mancare le parole del ministro della Difesa Ignazio La Russa. L’ex An, intervistato dal giornalista de “La Stampa” Francesco Grignetti, è tornato sulla storia delle tredicesime tagliate a militari e poliziotti, provvedimento balenato dal ministro dell’Economia Tremonti ed inserito come emendamento alla manovra finanziaria. La Russa ha voluto assicurare che anche se l’emendamento diventasse legge, le tredicesime non verranno toccate.
Qualcosa dev’essere comunque andato storto, al di là di ogni rassicurazione pubblica agli elettori. “La questione delle tredicesime – spiega La Russa – ci era stata ventilata e noi avevamo detto di essere contrari. Poi mi sono trovato la notizia come se fossimo d’accordo”. Sembra quasi che l’emendamento taglia-tredicesime sia stato discusso all’insaputa di Maroni e La Russa, titolari rispettivamente del ministero dell’Interno e della Difesa, vale a dire i dicasteri colpiti dalla manovra finanziaria.
Proprio per questo motivo, La Russa si è detto disponibile ad un taglio delle spese, già ridotte negli ultimi anni, ma in nessun modo permetterà che le tredicesime dei suoi uomini vengano toccate. “Noi siamo pronti a fare anche di più di quanto richiesto. Mi sono impegnato a tagliare 10 mila soldati, passando da un organico di 190mila a 180mila soldati. Rinuncio a navi e aerei per complessivi 5 miliardi, peraltro sono armamenti non ordinati da me, me li sono ritrovati, ed essendo programmi di spesa pluriennali i risparmi sono spalmati su più anni; devo solo discutere di eventuali penali. Insomma faccio più di tanti altri che chiedono solo”.
Infine, l’ex An chiarisce la sua posizione in merito alle tredicesime: “A questo punto si sappia pubblicamente che noi, anche se l’emendamento diventasse legge, quest’opzione, perché è sempre stata prevista in forma di possibile scelta dei ministri competenti, non la eserciteremo. Non toccheremo le tredicesime“.
Di Marcello Accanto