Milano, trapianto di cornea artificiale su bimba di 10 mesi. E’ il primo intervento in Europa

Una bimba di 10 mesi ha ricevuto una cornea artificiale per curare un grave difetto visivo. L’intervento da record, data l’età della bambina, è stato eseguito alla clinica oculistica universitaria dell’ospedale San Paolo di Milano: secondo i medici si tratta della prima operazione del genere in Italia e in Europa.

La piccola paziente, nata con una grave malformazione delle palpebre, era già stata sottoposta a un intervento di ricostruzione delle palpebre, quando aveva solo quattro mesi, da un’equipe del San Paolo. In seguito però, per curare una grave opacità della cornea dovuta alla sua malattia e che la rendeva quasi totalmente cieca, la piccola è dovuta tornare in sala operatoria per ricevere la cheratoprotesi di Boston, cioè una cornea artificiale.

Il trapianto di cornea riabilita la vista di soggetti destinati alla cecità

La cornea è quel tessuto trasparente che,come una calotta sferica, costituisce la parte più anteriore ed esterna del bulbo oculare. Qualunque malattia della cornea che alteri la sua struttura microscopica ed il suo particolare metabolismo si traduce nella perdita, localizzata o diffusa, della sua trasparenza per formazione di tessuto cicatriziale o di neovasi o per alterazioni della regolarità di curvatura o levigatezza.

“E’ un risultato significativo – spiega Paolo Nucci, chirurgo che ha guidato i medici in entrambi i delicati interventi – ottenuto grazie a una strategia collaborativa che ha visto insieme con me specialisti esperti come il dottor Gonnella e il dottor Serafino, oltre a un giovane specializzando, il dottor Sacchi. E’ la dimostrazione che, se ben indirizzate, le giovani energie possono trasmettere coraggio ed entusiasmo che spesso mancano nella sanità italiana”.

L’intervento chirurgico apre prospettive certamente interessanti. Il trapianto di cornea, eseguito con dovute precauzioni, su pazienti in età infantile, consente di raggiungere risultati soddisfacenti in una percentuale di casi abbastanza elevata, sicuramente superiore al 50%. E’ una chirurgia che deve essere incoraggiata, perché consente di riabilitare alla funzione visiva bambini altrimenti destinati alla cecità permanente.

Adriana Ruggeri