Poca luce ancora sul dopo Brancher: governo nel panico, nessuna la decisione presa in merito, l’attesa è per l’incontro con i maggiorenti col premier previsto a breve. E capire cosa sarà del rapporto travagliato, o dello strappo mai ricucito, col presidente della Camera Fini.
Nel caos, è Rotondi a spiegare che, in merito, su “queste cose le decide il presidente Berlusconi e nessuno di noi ha il diritto di dire come deve organizzare il governo che porta il suo nome e che ha ricevuto il consenso degli elettori. Io non partecipo mai al giochino di chi va al posto di chi”.
Queste le parole del Ministro per l’Attuazione del programma, Gianfranco Rotondi. Che respinge al mittente le accuse di utilizzo personale del dicastero, per Brancher. Magari per avvalersi del legittimo impedimento e evitare di presentarsi a processo. “Questa ipotesi è caduta nel momento in cui ha rinunciato al legittimo impedimento – pure in un inizio un po’ confuso in cui era parso potersene avvalere – e per giunta oltre ad essersi dimesso ha pure chiesto il rito abbreviato. Mi sembra che la speculazione della sinistra vada in farntumi di fronte alle mosse da gentiluomo che ha fatto Brancher“.
Quanto all’interim del premier sulla poltrona di Scajola, tanto “meglio. È tornato dal Panama e dal Sudamerica con contratti per le industrie italiane che fanno un punto di Pil in più – spiega Rotondi – Allora dico: che bravo ministro dell’Industria che abbiamo. Le cifre sono così chiare che quando Tremonti le ha viste è diventato pure più allegro sulla manovra”.
I problemi nella maggioranza, tuttavia, restano. Coi finiani sul piede di guerra, specie su manovra e ddl intercettazioni. Secondo Gianfranco Rotondi “C’è un programma depositato al Viminale e milioni di italiani ci hanno votato per quello. Questo è il momento di mettere la marcia alta: intercettazioni, riforma della giustizia, riforma fiscale, università. Non possiamo cincischiare e dire: “li abbiamo o no i numeri?”. Mi aspetto un nuovo inizio della legislatura, con entusiasmo e l’assunzione di responsabilità di tutti i parlamentari del Pdl“. Acido sulla componente vicina all’ex An, infine. “Una decina non ci stanno? Buon viaggio”.
Giorgio Piccitto