Mancano ancora pochi dettagli, e Raùl Gonzalez Blanco sarà ufficialmente un nuovo giocatore dello Schalke 04. Finisce un’era al Santiago Bernabeu. L’era del capitano con la maglia numero 7, l’uomo dei record, un pezzo di storia gloriosa e magica del Real Madrid. All’età di 33 anni, uno dei più forti attaccanti della storia del calcio europeo lascia la Spagna ed il club in cui milita dal 1994. Per farsi da parte, con onore, dopo 16 anni di successi e trionfi a livello collettivo e personale.
Giovane virgulto della cantera madridista, Raùl incantò fin dai suoi inizi per le sue doti tecniche e di rapinatore d’area. Esordì in prima squadra nel ‘94, al fianco di autentici campioni quali Butragueno e Zamorano, senza mostrare il benché minimo timore. Acquisì subito un feeling particolare con le porte avversarie, puntualmente graffiate, e si rivelò a suo agio anche all’interno dell’affascinante palcoscenico della Champions League. Prima rete europea? Nel 1995 agli ungheresi del Ferencvaros. Da lì in poi, l’escalation. Vittorie su vittorie: titoli nazionali ed europei a profusione. Tra il 1998 e il 2002 Raùl ha raccolto i migliori successi, vincendo tre Champions League (segnando sia nella finale di Parigi del 2000 contro il Valencia che in quella del 2002 a Glasgow contro il Bayer Leverkusen), una Supercoppa Europea e due Coppe Intercontinentali. A livello nazionale ha vinto per ben 6 volte la Liga e per 4 volte la Supercoppa di Spagna, mai la Coppa del Re. Con la maglia dei ‘blancos’ ha collezionato una quantità invidiabile di record individuali: è infatti il giocatore con più presenze nella storia del club, il miglior marcatore in assoluto, il giocatore con più presenze nel Real Madrid nella Liga, il miglior marcatore in assoluto nella Liga, il giocatore con più presenze nella storia del Real nelle competizioni internazionali ed il miglior marcatore in assoluto delle ‘merengues’ nelle competizioni internazionali. Con 66 gol, è attualmente il giocatore più prolifico della storia della Champions League, e con 44 il miglior marcatore della storia della nazionale spagnola.
Numeri impressionanti di un’autentica leggenda, da qualche anno in declino, che con umiltà e saggezza ha deciso di farsi da parte, assaporando per la prima volta in carriera l’idea di una nuova avventura professionale. Ma dalle parti del Bernabeu, nessuno potrà mai dimenticare un simile campione. Semplicemente unico ed immenso.
Alessio Nardo