Fini alfiere della libertà di stampa: in una democrazia non è mai sufficiente

Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, sembra badare poco alle continue raccomandazioni dei colleghi di partito che invitano a serrare i ranghi per evitare di esportare un’immagine disgregata del Pdl. L’ultimo assolo intonato dall’ex aennino è la sua difesa a spada a tratta della libertà d’informazione, scandita ieri  in occasione della presentazione della relazione annuale dell’Agcom alla Camera.

“Un grande paese democratico – ha iniziato il presidente dei deputati – ha bisogno di un’informazione forte, libera e autorevole. In un grande paese democratico la libertà di stampa non è mai sufficiente. Non abbiamo bisogno di tagli drastici all’editoria, ma semmai di un accorto lavoro che selezioni gli strumenti più appropriati di sostegno pubblico e bandisca – ha concluso Fini – ogni forma di intervento clientelare”.

Una presa di posizione che sembra segnare con maggiore nettezza la distanza tra il presidente della Camera e la maggioranza del Pdl che spinge per l’approvazione del ddl sulle intercettazioni, da molti ribattezzato “legge-bavaglio”. La “difesa” pronunciata da Gianfranco Fini è stata rimarcata dal presidente dell’Agcom, Corrado Calabrò: “La libertà d’informazione – ha detto ieri, intervenendo nella Sala della Lupa di Montecitorio – è forse una libertà superiore ad altre costituzionalmente protette e come tale va difesa da ogni tentativo di compressione”.

“Il Trattato di Lisbona – ha continuato Calabrò – pone il pluralismo dell’informazione alla base dei principi fondanti dell‘Unione europea. Si tratta di un parametro di legittimità della legge che deve essere valutato con attenzione in qualunque intervento normativo nazionale in materia di informazione, compresi quelli riguardanti le intercettazioni. Lo stesso Trattato peraltro – ha concluso il presidente dell’Autorità per le comunicazioni – include tra i diritti fondamentali dell’Unione il rispetto della dignità umana e della vita privata e familiare nonché il diritto a un processo equo“.

A commentare l’ennesimo “distinguo” del presidente della Camera ci ha invece pensato il capogruppo dei deputati pidiellini, Fabrizio Cicchitto: “Fini ha affermato di essere ispirato al principio della legalità – ha iniziato – Voglio ricordare che il Pdl è il partito garantista per eccellenza e chi non conosce questa opzione non conosce la natura stessa del Pdl. Il garantismo – ha rincarato il capogruppo del Pdl alla Camera – nasce da un uso politico della legge da parte della magistratura e da un sistema d’illegalità e di violazione del diritto, a cominciare dalla tutela della libertà della persona: chi non condivide questo – ha chiuso Cicchitto – non capisco su che basi abbia aderito al Pdl“.

Maria Saporito