I litigi, le scortesie e le incomprensioni tra colleghi di lavoro possono compromettere la qualità del lavoro in ufficio, causando errori e abbassando notevolmente la propria performance lavorativa.
Ad affermarlo è Rhona Flin, psicologa della Aberdeen University, in Gran Bretagna, secondo la quale un lavoratore su dieci ogni giorno sperimenta e sopporta gli attacchi e le angherie di un collaboratore maleducato. L’indagine è stata pubblicata sul British Medical Journal e è partita analizzando un caso reale: lo screzio tra due piloti dell’aviazione civile, che distratti dal litigio hanno mancato l’atterraggio di oltre 100 chilometri.
Conseguenze peggiori se la lite scoppiasse in sala operatoria e nell’ambito sanitario in genere, quando si ha a che fare con pazienti che hanno bisogno di cure. “Recenti studi – ha sottolineato Flin – suggeriscono che dissapori e aggressività tra il personale clinico sono frequenti. Se l’inciviltà nelle sale operatorie influisce sulla capacità dei medici di eseguire interventi chirurgici, in cui sono richiesti elevati livelli di concentrazione mentale ed è richiesta un’esecuzione impeccabile del compito, i rischi per il paziente potrebbero aumentare”.
I ricercatori hanno in pratica dimostrato che l’attenzione degli esseri umani è fortemente guidata dalle emozioni. Lo studio ha coinvolto due gruppi di studenti invitati a eseguire una serie di compiti di memoria; in un gruppo il docente che presiedeva ai compiti insultava sgarbatamente gli studenti. Ebbene, dai risultati delle prove è emerso che i soggetti che hanno eseguito i compiti sopportando la maleducazione del docente hanno ottenuto risultati peggiori rispetto agli studenti del gruppo di controllo. “Questa reazione è probabilmente causata dall’eccitazione emotiva provocata dalla maleducazione”, ha spiegato la dottoressa Flin.
La scortesia del direttore o del superiore avrà lo stesso effetto sui dipendenti? Ecco quindi come giustificarsi dei propri errori sul lavoro o della scarsa resa in ufficio con il proprio capo!
Adriana Ruggeri