La tradizionale corsa dei tori di Pamplona dopo pochi minuti dal suo inizio ha già mietuto un paio di vittime. La festa di “San Firmino” viene celebrata nella città spagona facendo correre un gruppo di tori per circa 850 metri in mezzo alla strada e circorndati, accerchiati sarebbe meglio dire, da persone che corrono assieme a loro. In tutto questo il toro è chiaramente terrorizzato, non è certo quello il suo ambiente naturale.
In ogni caso, ieri mattina a mezzogiorno è partita la prima delle corse che si svolgeranno per ben otto giorni e a farne le spese sono stati uno spagnolo di 20 anni e un australiano di 18. Mentre il primo, originario di Zaragoza, è già stato dimesso dall’ospedale ed ha riportato solo un lieve trauma ad un occhio, per l’australiano le conseguenze sono apparse decisamente più serie, pare infatti che il ragazzo abbia subìto alcune lesioni a diverse vertebre lombari, delle quali ancora non è chiara la gravità.
Gli incidenti si sono verificati nonostante la corsa dei tori sia stata abbastanza lineare, gli stessi infatti sono rimasti in gruppo, cosa tutt’altro che scontata. L’anno scorso durante la stessa manifestazione morì Daniel Jimeno, un corridore “professionista”, colpito da una cornata al collo che non gli lasciò alcuno scampo. Così come avviene per la corrida, la corsa dei tori di Pamplona è da anni avvolta da mille polemiche, che vertono sia su quello che si configura come un vero e proprio maltrattamento degli animali coinvolti, costretti a correre in vie strettissime e circondati da gente urlante , sia sulla pericolosità per gli esseri umani, non ultimo sui bambini, che alcuni genitori forse non troppo responsabili non mancano di portare a vedere da vicino una della più conosciute manifestazioni tradizionali della Spagna. Nonostante le polemiche però, ma soprattutto nonostante i morti e feriti che annualmente si contano, tali tradizioni rimangono inspiegabilmente in vita.
A.S.