Con 27 voti a favore, il consiglio comunale di Torino ha approvato la delibera che intende rendere più “verde” la spesa di tutti i giorni. La proposta avanzata dagli assessori Roberto Tricarico, Alessandro Altamura e Domenico Mangone (rispettivamente all’Ambiente, al Commercio e alla Polizia municipale) ha infatti incassato il via libera della Sala Rossa, aprendo alla circolazione di sacchetti biodegradabili. In pratica da oggi negozianti, venditori ambulanti e gestori di supermercati torinesi dovranno attrezzarsi per consegnare nelle mani dei loro clienti esclusivamente sacchetti ecocompatibili, inaugurando in Italia una buona pratica promossa dall’Unione europea.
La rivoluzione “green” del Comune piemontese ha ovviamente provocato la resistenza dei diretti interessati. “I nostri amministratori – ha tuonato Maria Luisa Coppa, presidente dell’Associazione commercianti – si comportano come se non capissero la gravità dell’attuale momento economico. D’accordo, i sacchetti di nylon non sono ecologici e inquinano, quindi è bene pensare di eliminarli, progressivamente, ma le multe no – ha aggiunto Coppa – per quelle non mi sembra davvero che sia il momento più appropriato. Siamo in crisi nera e loro a che cosa pensano? Ad una sanzione che va dai 25 ai 250 euro“.
E’ questa infatti la forbice “punitiva” prevista per i venditori trasgressori, che si ostineranno a proporre sacchetti di plastica agli acquirenti. Va in realtà precisato che le nuove disposizioni comunali non avranno effetto immediato, ma prevederanno un periodo di “rodaggio“, per consentire ai negozianti e agli ambulanti di smaltire le vecchie scorte accumulate nei magazzini. “Non multeremo certo in queste prime settimane – ha assicurato l’assessore all’Ambiente, Roberto Tricarico – prima lasceremo che i commercianti terminino le scorte dei vecchi sacchetti in plastica inquinante. Da quando si è iniziato a discutere di buste bio molti supermercati si sono adeguati spontaneamente, così come diversi esercenti, ambulanti compresi. Ora – ha aggiunto l’assessore – si passa alla fase due, quella in cui la buona volontà non basta più. Occorre una norma chiara – ha concluso – che preveda una sanzione”.
Nonostante i “nobili” intenti inspiratori della nuova normativa – riconosciuti unanimemente – nella città della Mole non sono in pochi a osteggiare una certa contrarietà. E non solo tra i commercianti. C’è chi ha infatti puntato l’indice contro la scarsa qualità dei sacchetti biodegradabili che si aprono facilmente e non consentono il trasporto di merci pesanti. E chi ha denunciato l’avvio di pesanti speculazioni ai danni dei commercianti che devono allinearsi alle nuove indicazioni comunali. Alcuni truffatori starebbero infatti tentando di applicare prezzi salatissimi ai sacchetti eco-sostenibili (fino a 40 euro per 4 Kg) e non mancherebbero anche gli “spacciatori” di buste taroccate.
Le autentiche buste biocompatibili sono realizzate in “Mater bi”, un composto di molecole di amido ricavato da mais e riso, e si degradano in un arco massimo di 18 mesi. Non solo: i sacchetti “ecologici”, disdegnando l’utilizzo di derivati del petrolio e di polietilene, permettono un risparmio annuale di 27 milioni di barili di petrolio (quelli utilizzati per la realizzazione dei sacchetti di plastica).
Maria Saporito