Le timide dichiarazioni dell’opposizione, la manifestazione della Fnsi, lo sciopero nazionale dei giornalisti di domani e la reazione di sdegno della società civile hanno smosso il Cavaliere dal suo silenzio per farlo nuovamente scendere in campo. Ben conscio delle potenzialità dei media di sua proprietà, questa volta Silvio si mostra nella sua solita tenuta da intervista ufficiale, pronto a rispondere suadente alle morbide domande di Studio Aperto.
Posa plastica con braccio teso sul tavolo del suo studio di Palazzo Chigi, sorriso forzato ed orpelli alle sue spalle; insomma il classico Silvione padre della patria, capitano coraggioso ed amante impareggiabile. Un genitore sobrio e premuroso costretto dalle mistificazioni della stampa a spiegare le vere ragioni del provvedimento sulle intercettazioni, altresì noto come “legge bavaglio”.
” Ero e resto convinto che si tratti di una legge sacrosanta che ricalca un altro disegno di legge approvato con una maggioranza bulgara nel 2007 quando al governo c’era la sinistra [ … ] Nessuno – afferma il premier crucciato – allora parlò di legge bavaglio, di oltraggio alla libertà e alla democrazia, ma per la sinistra democrazia e libertà esistono solo quando al governo ci sono loro”
Nonostante sia una palese falsità, in quanto anche in quell’occasione ( legge Mastella ) ci furono numerose manifestazioni di dissenso ed una presa di posizione della Fnsi, il soliloquio del premier continua indisturbato rassicurando i cittadini circa l’assenza di cambiamenti per quanto riguarda l’uso delle intercettazioni per crimini di mafia.
“La riforma delle intercettazioni non modifica nulla nelle indagini sulla mafia – ribadisce Silvio – non un solo reato è stato sottratto alla lista di quelli per i quali si possono fare intercettazione. Anzi, ne è stato aggiunto uno: lo stalking [ … ] sulla lotta a criminalità il nostro è il governo che ha fatto di più e meglio in 60 anni. Sono stati sequestrati beni della mafia e della camorra per 12 miliardi di euro, sono stati arrestati 5.600 presunti mafiosi tra cui 26 dei 30 più pericolosi”
Ma l’intervista al guinzaglio del direttore Giovanni Toti non è solo un modo per ribadire la solita tiritera della sinistra cattiva; Berlusconi infatti non si risparmia nulla e si libera di un peso che da giorni opprime lo stomaco presidenziale : la questione dei finiani.
“In un partito ci si confronta e si discute. Ma nel momento delle decisioni vige il principio della maggioranza, soprattutto quando questa porta avanti con coerenza gli impegni assunti con gli elettori [ … ] chi dovesse dissentire dovrebbe prendere atto di non essere più in sintonia con gli elettori”.
“Io – prosegue calmo Berlusconi – ho fondato il Pdl per mettere insieme tutti i partiti del centrodestra e tutti gli italiani che non si riconoscono nella sinistra ed anche per modernizzare la politica italiana. Questo gli italiani lo hanno capito visto che abbiamo vinto tutte le elezioni a cui il nostro movimento ha partecipato dalla sua fondazione. Gli ultimi sondaggi poi danno il gradimento del presidente del Consiglio al 63%, un record in Europa. Questo conferma che il popolo dei moderati resta convinto che la linea intrapresa è stata quella giusta”.
Un vero record, no?
Mattia Gangi