La banda larga deve essere una priorità. E l’interoperabilità dei sistemi operativi sugli smartphone è la principale garanzia dell’antitrust. Così si è pronunciata ieri a Roma, in una giornata dedicata al tema, la commissaria europea per la Concorrenza, la tedesca Neelie Kroes, responsabile dell’Agenda Digitale dell’Unione Europea.
La Kroes ha sollecitato un impegno comune di cittadini, istituzioni e imprese per raggiungere tale obiettivo: “Non possiamo – ha detto la commissaria – realizzare le opportunità offerte dal mondo digitale, una maggiore crescita economica, una più profonda democrazia ed una più estesa dimensione culturale, senza il vostro sostegno attivo”. Oggi, continua la Kroes, è necessario rimuovere completamente tutti quegli ostacoli che impediscono di sfruttare al 100% le tecnologie digitali dell’informazione. I cittadini europei meritano reti e piattaforme in grado di garantire loro un servizio perfetto e dei contenuti appropriati. Solo garantendo a tutti i cittadini UE l’accesso a Internet si può puntare alla crescita europea e al benessere e all’occupazione degli europei stessi.
E’ necessario, quindi, che tutti i paesi UE accelerino il processo che permetta alla banda larga di entrare nelle case di ogni cittadino, anche perchè nell’ultimo quindicennio la produttività in Europa è cresciuta proprio grazie alle tecnologie digitali di informazione. Per migliorare la situazione urge incoraggiare l’innovazione e aumentare le competenze di ogni singolo cittadino.
La Kroes punta tutto poi sull’antitrust. E’ necessario garantire l’ineroperabilità dei sistemi operativi soprattutto sugli smartphone, i telefoni cellulari di ultima generazione. L’Unione Europea ha intenzione di rendere più serrati i controlli in questo settore in modo da poter togliere alle aziende il diritto di limitare notevolmente l’interoperabilità dei sistemi operativi da loro prodotti con quelli di altre marche. Frecciatina alla Apple, insomma. La Kroes in passato è riuscita a far multare aziende come Intel e Microsoft, e le politiche commerciali di Apple, che impongono una serie di limiti ai loro sviluppatori, potrebbero tranquillamente essere prese sotto il controllo dell’Antitrust dell’UE.
Augusto D’Amante