Milano, 8 luglio. Operai che manifestano per difendere il loro diritto al lavoro e che vengono caricati dalla polizia. Cinque manifestanti sono rimasti feriti. Anche oggi, ci troviamo ad assistere a scene di violenza, in una lotta tra poveri che lascia poco spazio ai commenti. Loro sono gli operai della Mangiarotti, un’azienda che produce componenti per l’industria nucleare. La loro colpa è quella di essere scesi in strada per opporsi alla chiusura dello stabilimento, la cui produzione verrebbe poi spostata ad Udine, una decisione che implicherebbe inevitabilmente per questi operai la perdita del posto di lavoro.
Il corteo, cui avevano preso parte anche esponenti dei centri sociali e una delegazione di lavoratori della Maflow di Trezzano sul Naviglio, si era dato appuntamento questa mattina presso il consolato francese, dove si è tenuto un incontro tra alcuni rappresentanti dei sindacati e il diplomatico, per discutere ed opporsi all’eventuale trasferimento della produzione. Successivamente si è spostato verso la prefettura, dove i manifestanti volevano incontrare il Prefetto per chiedere il rispetto di una sentenza che ha stabilito l’obbligo di mantenere la produzione nello stabilimento di Milano.
Proprio nel momento in cui il corteo si stava dirigendo verso la prefettura, i lavoratori sono stati caricati dagli agenti in tenuta antisommossa, e cinque operai sono rimasti feriti. Dalla questura replicano che non si sia trattato di cariche, ma di “azioni di contenimento”, perché i manifestanti non avrebbero rispettato il percorso prestabilito.
A denunciare l’accaduto è Rosario Schettini, delegato della Fiom presso la Mangiarotti, che descrive così quegli attimi di tensione: “Il percorso del corteo era stato autorizzato, ma all’imbocco di corso Monforte uno schieramento di forze dell’ordine ci ha impedito di arrivare fino al portone della prefettura. Sono partite le cariche e cinque operai sono stati colpiti dalle manganellate: uno di loro è stato portato via in ambulanza”. A seguito di quest’episodio una delegazione di rappresentanti sindacali incontrerà il prefetto per ribadire, ancora una volta, quel sacrosanto diritto che è il diritto al lavoro.
Alessandra Maiorano