Romania: decine di randagi catturati e uccisi, illegalmente e senza motivo

A denunciare  e  documentare l’assurdità della spaventosa situazione che pare si stia verificando  nel cuore dell’Europa Unita l’associazione “Save the Dogs and other animals“. Impegnata da anni nel salvataggio del maggior numero possibile di randagi che popolano le campagne romene dopo che il dittatore Ceausescu aveva imposto l’urbanizzazione forzata alla popolazione, relegando gli animali fuori in campagna appunto, STD ha in questi giorni fornito diverso materiale ai media romeni, a testimonianza della brutalità  nell’attuazione del provvedimento disposto dal Comune di Cernavoda, una cittadina di circa 20 000 abitanti che si affaccia sul Danubio a circa 150 km a est della capitale Bucarest.

La società “Alfmob”, deputata alla gestione del canile pubblico della città di Costanza, al quale distretto appartiene appunto Cernavoda, è accusata da STD di commettere delle vere e proprie atrocità nei confronti degli animali randagi. Su commissione del Comune di Cernavoda , Alfmob è stata incaricata di “ripulire” le strade dai cani randagi, apparentemente con qualunque mezzo. Nelle scioccanti foto diffuse da STD, si vede come gli “operatori” utilizzino enormi  tenaglie, per accalappiare in modo del tutto disumano i cani; tenaglie che,  tra l’altro, sono considerate  fuorilegge  dall’ordinamento legislativo romeno. Quest’ultimo vieta anche l’uccisione di animali sani.

I cani che vengono quotidianamente accalappiati e uccisi sono già noti da tempo a STD; la stessa associazione ha provveduto a sterilizzarli e curarli negli otto anni di attività, ri-familiarizzandoli anche con gli esseri umani, I quattro zampe catturati  non erano quindi di nessun pericolo o fastidio alla popolazione, ma ciò sembra non aver contato nulla per il Comune di Cernavoda.Nei documenti video diffusi dall’associazione italiana  si vedono chiaramente  decine e decine di cadaveri stesi per terra in fila indiana, pronti per essere “insaccati” e mandati all’inceneritore.

Sara Turetta, Presidente di STD  si è così espressa sull’incredibile vicenda: Denunceremo la ditta Alfmob srl, che viola la legge romena sulla protezione degli animali e il veterinario assunto presso il canile e invitiamo il comune di Cernavoda e tutti i comuni che hanno stipulato un contratto con Alfmob di interrompere immediatamente qualsiasi rapporto con una società che ogni giorno commette atti barbari e atrocità contrarie alle leggi romene ed internazionali”.

La presidente di STD, già in un pranzo di beneficenza che si è tenuto il 12 Giugno a Milano, al quale anche NewNotizie aveva presenziato in veste non ufficiale, aveva denunciato la tragica situazione , recentemente cambiata, dei cani randagi di Cernavoda. Pare sia  da Aprile di quest’anno infatti, dopo l’insediamento della nuova amministrazione comunale, che nella cittadina est europea  è ricominciato l’inferno dei randagi ; questi ultimi avevano infatti trovato, finalmente,amore e speranze nei volontari di STD. Per chi se la sente , a questo link è possibile visionare la documentazione video, sconsigliata comunque alle persone troppo sensibili.

Considerato che la Romania appartiene ormai all’Unione Europea, appare auspicabile un intervento anche di quest’ultima, che imponga alle amministrazioni comunali “troppo solerti” nel gestire aspetti della società che pare non conoscano nemmeno troppo a fondo, almeno il rispetto delle leggi dello stesso paese in cui operano e quelli internazionali. Tali richieste appaiono a dir poco sacrosante.

E’ certamente augurabile anche un aiuto  dal “popolo del web” che quando vuole sa essere molto convincente, creando petizioni e  ingaggiando vere e proprie battaglie via mail, oltre che sollecitare le diverse istituzioni e associazioni che, unite, potrebbero concretamente fare qualcosa. Non sono certo solo i cani romeni a dover affrontare situazioni così disperate; in modi diversi anche Spagna, Grecia e la bella Italia, per citarne solo alcune, sono afflitte da ciò che più di qualcuno chiama “l’olocausto degli animali” . In ogni caso,l”appello di STD, data la sua gravità, non poteva  rimanere inascoltato.

 A.S.