Berlusconi : la libertà di stampa non è un diritto assoluto

Nella retorica berlusconiana, affinata in decenni di strategia pubblicitaria, tutto è  il contrario di tutto; non ci sono punti fermi.  Con l’accattivante nome di “stop and go” viene mascherata la confusione sistematica delle affermazioni del leader e dei suoi epigoni. Una valanga inarrestabile di proclami, accuse, nemici da abbattere e spauracchi da condividere, riempiono quotidianamente le agenzie di stampa riuscendo a stordire persino il più attento degli osservatori.

Davanti ad un’improvvisata platea di “promotori della libertà”, nuovi evangelisti del Verbo di Arcore, il premier Berlusconi ha dato ieri esempio di equilibrismo dialettico di altissimo livello, riuscendo a stravolgere la realtà in modo tale da rappresentare  la stampa stessa come “imbavagliatrice della libertà”.

“Mettono il bavaglio alla libertà, disinformano – afferma Berlusconi –  non solo distorcono la realtà ma calpestano in modo sistematico il sacrosanto diritto dei cittadini alla privacy“.

Per questo i cosiddetti “Promotori della libertà” hanno un compito quasi messianico, ovvero “togliere il bavaglio alla libertà, quel bavaglio – continua il premier – che le è stato imposto da una stampa schierata con la sinistra e pregiudizialmente ostile al governo. Una stampa che disinforma, che non solo distorce la realtà, ma calpesta in modo sistematico il sacrosanto diritto dei cittadini alla privacy, invocando per sè la ‘liberta’ di stampa’ come se si trattasse di un diritto assoluto. Ma in democrazia non esistono diritti assoluti, perchè ciascun diritto incontra sempre un limite negli altri diritti prioritariamente ed egualmente meritevoli di tutela”.

In realtà le cose sono abbastanza chiare e comprensibili persino da un bambino non proprio dotato : il premier è sotto processo per reati di vario tipo, fa le sue nefandezze protetto da una maggioranza bulgara e da un‘opposizione silente, ma i giornali raccontano alla gente le cose come stanno. Per questo motivo il presidente illiberale ha partorito un Ddl per imbavagliare la stampa ed i media che non sono di sua proprietà.

La libertà di stampa, principio caratterizzante tutte le democrazie liberali degne di essere chiamate tali, contrariamente a quanto affermano le assurdità presidenziali, è infatti il nodo fondamentale intorno al quale si definisce la “democraticità” di un regime parlamentare. A partire dalla Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino ( 1789 ) e della coeva Costituzione Americana, che pongono appunto tale principio all’interno dei diritti inalienabili dei singoli individui.

Ma nel “berlusconesimo”, sovvertitore di Storia e fautore del pensiero irrazionale, è proprio una distorta concezione del diritto alla privacy ( normalmente bilanciato e tutelato da tutti gli ordinamenti democratici, ed anche dal nostro ) che dovrebbe avere la meglio sul diritto dei cittadini ad essere informati.

“Questo, come ben sapete – spiega il presidente-docente – è un principio elementare delle democrazie liberali. Un principio che la stampa italiana, in maggioranza, ha scelto purtroppo di ignorare. Allora dobbiamo spiegare tutto questo anche attraverso i gazebo a tutti gli italiani”.

Mattia Gangi