Ennesimo duro colpo inflitto stamane alla mafia campana. Si è infatti appena conclusa una maxi operazione anticamorra della Dia di Napoli contro il pericoloso clan dei Casalesi. Nel corso del blitz è stato sottoposto a sequestro preventivo anche il lago di Averno, nella zona flegrea, uno specchio di acqua ricco di importanti siti storici e di proprietà di un prestanome del boss dell’ala stragista dei Casalesi, Giuseppe Setola. Il decreto di sequestro è stato emesso dai magistrati della locale Dda nei confronti di affiliati al clan dei Casalesi, gruppo Setola.
Il lago leggendario ancora oggi rinnova i ricordi narrati dall’epopea virgiliana e dantesca, del mito dell’entrata agli Inferi e della tradizione della Sibilla. Il mitico accesso agli Inferi è un lago vulcanico che, nel 1750, fu donato dai Borbone a una nobile famiglia napoletana con un lascito regio, poi tramandato agli eredi. Nel 1991 è stato poi venduto alla società “Country club” della famiglia Cardillo.
E non a caso l’operazione condotta dal personale della Direzione investigativa antimafia è stata denominata proprio “Sibilla”, ad evocare il mito della Sibilla che, si narra, emanasse i suoi vaticini in luoghi vicini al lago d’Averno.
La società “Country Club srl” nel 2008, pochi giorni dopo l’arresto di Giuseppe Setola, fu acquistata da Gennaro Cardillo, di 43 anni, imprenditore nel settore turistico-alberghiero, attualmente detenuto, ritenuto un uomo vicino a Setola.
Le indagini svolte dalla Dia e coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia napoletana hanno evidenziato che Cardillo ha favorito Setola e gli altri componenti del gruppo camorristico, sia nella fase della latitanza che in quella di supporto logistico per le operazioni criminali, con la messa a disposizione di ristoranti e camere d’albergo. Tra le strutture identificate vi è l’agriturismo Terra Mia, il ristorante Aramacao e la stessa società Country Club, tutte sottoposte a sequestro.
Raffaele Emiliano