Come molti avevano previsto, la manovra economica è rimasta quella che era. Mister Tremonti ha detto no, e non solo lui. I tagli saranno quelli annunciati, otto miliardi e mezzo di euro, per la precisione, impossibile ridurli, se non pagando lo scotto dei mercati. Se Il Governo dà la “colpa” all’Unione Europea, alle Regioni sembra importare poco di chi sia la responsabilità. Vasco Errani, governatore dell’Emilia Romagna ha duramente dichiarato che “Per noi è stato un incontro molto negativo, il taglio di 10 miliardi ci mette nelle condizioni di non governare, restituiremo le deleghe”. Richieste respinte quindi, così come le motivazioni di Formigoni. Pare quindi che saranno Comuni e Province a farla da padrona dopo l’approvazione della manovra economica, che “godranno” o avranno la responsabilità , a seconda di come la si vuole vedere, dell’autonomia fiscale. Sostanzialmente il primo passo verso il federalismo fiscale dovrebbe compiersi entro fine Luglio.
Ancora Errani però, contrattacca, negando di fatto che l’indipendenza per le imposte di Comuni e Province sia un provvedimento direzionato verso il federalismo fiscale: “Siamo preoccupati – aggiunge – chi vuole andare verso il federalismo fiscale non può entrare nel più pieno centralismo. Informeremo il presidente della repubblica sulle conseguenze di questa situazione”.
La richiesta di un incontro formale con il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che dovrebbe avvenire durante la prossima assemblea Stato-Regioni, ha un suo scopo ben preciso, già accennato prima: la restituzione allo Stato delle deleghe per i servizio fondamentali, cosa che, a quanto pare, le Regioni non saranno più in grado di garantire, dopo l’approvazione dei tagli. Dal canto suo, a riguardo, Tremonti ha ironicamente commentato: “intanto spero che le Regioni ci ridiano anche la delega per i controlli sulle pensioni di invalidità, su quella siamo assolutamente d’accordo”. Troppi infatti sono i falsi invalidi che popolano l’Italia e che periodicamente vengono scoperti.Pare di capire che per il Ministro dell’Economia la responsabilità di questo fenomeno sia attribuibile alla gestione regionale della delega.
In ogni caso, almeno una delle proposte avanzate da Formigoni è stata accettata di buon grado: l’istituzione di una commissione mista che dovrà vigilare sugli sprechi, (vedi pensioni d’invalidità la sanità in generale), ma la battaglia è comunque tutta da giocare. Governo e Regioni si scontrano infatti anche sui numeri, duri e puri. Se per Errani è stata la pubblica amministrazione centralista a far crescere la spesa pubblica degli ultimi anni in maniera esponenziale, Tremonti, grafici alla mano, ha fatto notare come la situazione sia esattamente contraria; nell’ultimo decennio infatti Enti Regionali e Sanitari locali sarebbero stati responsabili di una spesa costantemente superiore rispetto rispetto alla pubblica amministrazione. Insomma, i tagli sono necessari, lo dicono tutti, ma nessuno ne vuole essere vittima; conseguenza logica di questa situazione un permanente quanto dannoso immobilismo.
A.S.