
Troppo impegnati a sfornare condanne diplomatiche e sanzioni nei confronti della politica nucleare dell’Iran, gli Stati Uniti e gli altri paesi occidentali hanno spesso dimenticato di dare priorità ad una questione altrettanto importante che attanaglia la Repubblica Islamica: la violazione dei diritti umani. Ora, però, forse è lo stesso regime di Teheran – sotto pressione di varie Ong internazionali – a voler cambiare le regole, eliminando una pratica disumana di reminescenza medievale come la lapidazione. Stando a quanto affermato dal responsabile dei Diritti Umani iraniano Mohammad Javad Larijani “le condanne come quella della lapidazione verranno attentamente riviste e probabilmente cambiate”.
La dichiarazione di Larijani è giunta contestualmente all’annullamento della sentenza di lapidazione ai danni di Sakineh Mohammedie Ashtiani. La 43enne donna iraniana è in prigione dal 2006 per avere avuto rapporti con un altro uomo, dopo la morte del marito: per questo Sakineh era stata arrestata e – come ulteriore pena – fustigata davanti ai figli. Inoltre la donna aveva successivamente confessato di aver tradito il marito già da quando era ancora in vita; la confessione, però, era stata estorta dalle autorità con una lunga e agonizzante serie di 99 frustate. Proprio per questa confessione “strappata” la donna era stata condannata nel 2007 alla pena prevista per i casi di adulterio: la lapidazione.
Forse è stato proprio il caso di Sakineh a smuovere le acque, portando il governo iraniano a valutare la possibilità di rivedere una delle pratiche più barbare ancora vigenti nello stato iraniano. Le dichiarazioni di Larijani lasciano intravedere alcuni spiragli di luce e – forse anche per ammorbidire l’opinione pubblica internazionale, già di per sé ostica al regime di Teheran – si spera che il governo iraniano possa iniziare a mostrare più attenzione allo stato dei diritti umani nel proprio paese.
Amnesty International (che segue da vicino molti casi di diritti umani violati in Iran, tra cui quello di Sakineh) è da sempre contro la pena di morte, e per questo motivo non si dichiara ancora pienamente soddisfatta rispetto a quanto dichiarato da Larijani: il responsabile dei Diritti Umani iraniano ha infatti lasciato intendere che potrebbero essere abolite pratiche come la lapidazione, ma non ha messo in discussione le pene capitali.
Roberto Del Bove