Il programma antidroga ONU ha un nuovo direttore, il russo Yuri Fedotov

La nomina del russo Yuri Fedotov come nuovo direttore esecutivo delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine (UNODC) sta sollevando diffuse perplessità, data la scarsa determinazione del Paese nella lotta alla droga. Molte delle organizzazioni internazionali che si occupano di lotta alla droga avevano lanciato diversi appelli per evitare che questo accadesse, ma ieri è arrivata la conferma ufficiale da parte del segretario delle Nazioni Unite Ban Ki-moon e ora l’ambasciatore russo sostituirà l’italiano Antonio Maria Costa (nominato nel 2002) alla guida del programma. 

Yuri Fedotov è nato nel 1947 e si è laureato all'Istituto di Relazioni Internazionali d Mosca.

La politica russa sulle droghe è considerata una delle meno efficaci tra quelle adottate dai vari stati membri dell’ONU: continua infatti a rifiutare il metadone come terapia sostitutiva degli oppioidi (nonostante abbia più di 2 milioni di persone dipendenti da sostanze da iniezione), continua poi ad opporsi al finanziamento dei programmi di scambio di aghi e siringhe adottati ormai a livello internazionale (nonostante oltre l’80% dei nuovi casi di AIDS che si verificano ogni anno siano causati da pratiche di iniezione non sicure). Negli ultimi dieci anni in Russia c’è stato un aumento del 2.350% dei casi di HIV: dal 40.000 del 1997 ai 940.000 del 2007. 

Nel comunicato del segretario dell’Onu, però si legge: “Mr. Fedotov porta ricchezza di esperienza ad alto livello, essendo ben informato delle attuali difficoltà e delle sfide che deve affrontare questa organizzazione: stato di diritto, politica e analisi delle tendenze in corso, prevenzione, cura, reinserimento e sviluppo alternativo. Attualmente Fedotov è ambasciatore russo in Gran Bretagna; è stato vice-ministro degli Esteri e vice-rappresentate permanente presso l’Onu a New York. 

Fondato nel 1997, l’Ufficio Unodc è ormai il maggior protagonista nella lotta  al traffico degli stupefacenti e alla criminalità internazionale. Negli ultimi tempi la Russia è diventata un indiscutibile Paese leader della coalizione internazionale per contrastare la minaccia proveniente dall’Afghanistan che produce il 90 % della droga per il mercato mondiale. Per questo il parlamentare europeo Pino Arlacchi sostiene che “Fedotov saprà dare impulso alle politiche antidroga dell’Onu, fissate durante il mio mandato. Ho proposto e fatto approvare all’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 1998 una strategia decennale di riduzione della domanda di droghe e di eliminazione delle colture di oppio e coca in tutto il mondo”.

Questo invece il commento dei senatori Radicali/Pd Marco Perduca e Donatella Poretti: “La nomina del diplomatico russo non può esser considerata una buona notizia da chi cerca di riportare nell’alveo della ragione le politiche internazionali in materia di “controllo degli stupefacenti.  Fedotov non ha la minima esperienza nel settore, è un diplomatico di carriera quindi uso a rispettare i desideri del proprio governo che non brilla certo per liberalità in materia di tossicomanie”. 

Adriana Ruggeri