Bruxelles, 11 luglio. Se è risaputo che l’infrazione non sempre paga, questa volta l’Italia bisogna dire che il danno della mancanza del rispetto delle regole lo ha pagato anche troppo salatamente. Da oltre venti anni esistono infatti le famigerate quote latte, ed il fatto di non volerne sapere di riuscire ad adempiere agli obblighi conseguenti sembra proprio essere abbastanza costoso.
“L’Italia ha dovuto pagare all’Ue più di quattro miliardi di euro di multe”, facendo i conti fino a questo momento. Sono questi i dati sconcertanti comunicati in queste ultime ore all’Ansa da parte di fonti comunitarie, numeri alla mano. Le stesse fonti hanno fatto sapere anche che in questi stessi ultimi 20 anni i produttori italiani hanno poi recuperato 300 milioni.
Rimangono abbastanza oscuri ed insondabili i motivi di tanta difficoltà ad allinearsi con le pianificazioni internazionali, a discapito di ogni formale o sostanziale convenienza finale.
Negli ambienti comunitari della sede di Bruxelles, insomma, non mancano mai i motivi per storcere il muso sulla condotta italiana nei confronti dei provvedimenti europei. Secondo le fonti, l’Italia continua a non incassare le multe previste per il superamento delle quote latte, assegnate a norma di legge ai produttori. Le somme in questione sarebbero anche ormai ampiamente percepibili in quanto sono stati portati a termine tutti i procedimenti giudiziari del caso, avviati già anni or sono e terminati con numerose condanne nei confronti dei produttori, anche a seguito dei diversi ricorsi di fronte al Tar.
Si rischiano ora serie “ammende per lo stato membro”, con chiaro riferimento all’Italia, che non si allineerà alle decisioni comunitarie, come già successo in passato. Da interpretarsi in questo senso, la lettera del commissario europeo all’Agricoltura Dacian Ciolos, diretta al nostro ministro per le politiche agricole e alimentari, Giancarlo Galan. Sanzioni che è prevedibile possano essere addirittura a scadenza giornaliera, e molto salate.
Sandra Korshenrich