La Germania contro Facebook: ci vuole un codice di condotta per la privacy

Il problema della tutela della privacy è uno dei maggiori ostacoli che il social network più diffuso al mondo, Facebook, affronta quotidianamente. Qualche articolo fa, abbiamo riportato una delle affermazioni in merito del fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg, il quale affermava come la “privacy” non fosse un valore per la sua generazione e che il suo posto era stato preso dalla “condivisione”. Non sembra pensarla così il ministro tedesco per la Tutela dei Consumatori, Ilse Aigner. Da un po’ di tempo, infatti, la ministra sta combattendo una dura battaglia contro il social network e contro Google, accusandoli di non offrire sufficienti garanzie per la tutela della privacy dei loro utenti.

Il ministro tedesco Ilse Aigner

La Aigner, che ha cancellato il suo profilo FB qualche mese fa, accusa formalmente una opzione che si trova sul social network, quella che va sotto il nome di “Trova amici“, che sfrutta gli indirizzi e gli elenchi delle rubriche e-mail degli iscritti al social network. Ad appoggiare l’accusa del ministro vi è anche Johannes Caspar, direttore dell’autorità per la protezione dei dati eprsonali di Amburgo, dove ha sede una filiale Facebook. Entrambi giudicano inaccettabile questo metodo di trattamento dei dati eprsonali per il semplice fatto che non corrisponde a nessuna delle leggi vigenti in materia di trattamento della privacy. Il momento considerato controverso avviene durante l’iscrizione a Facebook: a chi si iscrive, il social network chiede il permesso di acquisire la lista dei contatti archiviata nel proprio gestore di posta elettronica. Con questo sistema si può scoprire se nel social network vi siano dei conoscenti iscritti. Ma non solo. Facebook conserva gli indirizzi anche in seguito e proprio questa scelta di “memorizzazione di massa dei dati di terze persone” non è andata a genio nè a Caspar nè alla Aigner.

Per questo motivo, il ministro ha proposto la necessità di varare un “Codice d’onore” per la condotta e il trattamento dei contenuti multimediali, di cui l’utente rimane sempre proprietario, diversamente da quanto è dichiarato da Facebook. “Queste norme – commenta il ministro Aigner durante un’intervista al quotidiano “Die Welt” – possono venire solo dalla comunità Internet, sarebbe bello se gli utenti facessero delle proposte”, così da evitare che internet si trasformi nella “gogna del XXI secolo”.

Augusto D’Amante