Metti KO uno specifico gene e spegni il diabete!

È stata portata a termine una scoperta molto interessante. I ricercatori dell’Università di Roma hanno lavorato sodo per poter portare alla luce qualcosa di nuovo ed efficace per la cura delle malattie dell’uomo. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences USA (PNAS). Oggetto di tale studio è la scoperta dell’ interruttore molecolare che spegne il diabete.

Per ottenere un siffatto risultato le ricerche sono state compiute con estrema perizia e professionalità.  I ricercatori si sono concentrati sulle cavie ovvero sui topi da laboratorio. Da qui si è potuto individuare il gene p66shcA. Da qui si è potuto capire, tramite altri esperimenti, che mettendolo KO come se si trattasse di un incontro di boxe, si impediva la comparsa del diabete nei topi.

Ora si deve procedere a compiere lo stesso studio sull’uomo. Se il  disattivando il gene p66shcA si potesse spegnere il diabete, ovvero se anche nell’uomo potessero comparire gli stessi risultati che si sono ottenuti sui topi. allora si potrebbe arrivare a delineare una scoperta molto importante che metterebbe nelle mani dei medici un ottima arma per combattere una delle epidemie del XXI secolo. E’ certo che i ricercatori guidati da Giovambattista Pani e Tommaso Galeotti, dell’Istituto di patologia generale della Facoltà di medicina e chirurgia dell’ateneo di Roma, faranno del loro meglio per poter convalidare la teoria anche con cavie umane. Lo studio è molto importante e ci vogliono le dovute cautele ma dovesse funzionare sarebbe un ulteriore passo in avanti. Un passo che porterebbe a sconfiggere il diabete. Malattia di cui moltissime persone soffrono e con la quale hanno ahimè imparato a convivere.

Entrando nello specifico della ricerca il professor Pani cerca di spiegare al meglio i dettagli che la riguardano dicendo: “Il gene su cui si sono concentrati i ricercatori, agirebbe da ‘sensore’ dei nutrienti, favorendo non solo l’accumulo di grasso nelle cavie, ma anche e soprattutto l’insorgenza di iperglicemia e diabete”. Infatti, topi obesi in cui la proteina è stata messa KO sono molto meno suscettibili allo sviluppo della malattia rispetto a cavie extra-large che però hanno il gene funzionante.”

Per ora, quindi, bisogna solo aspettare che arrivino buone notizie dal gruppo di ricerca comandato da Pani e Galeotti e sperare che il diabete diventi una malattia di cui ci si può preoccupare molto meno.

Alessandra Solmi