A sbugiardare il binomio immigrazione uguale criminalità ci ha pensato il settimo Rapporto presentato oggi dal Cnel (Consiglio nazionale dell’Economia e del Lavoro). Lo studio, dal titolo “Indici di integrazione degli immigrati in Italia”, prende in esame il periodo compreso tra il 2005 e il 2008 e dimostra come l’aumento della presenza degli stranieri nel nostro Paese non coincida con l’aumento delle denunce formalizzate nei loro confronti.
Dati alla mano, dal 2005 al 2008 “i residenti stranieri in Italia sono aumentati del 45,7%, mentre le denunce contro di loro – si legge nel Rapporto del Cnel – sono cresciute solo del 19%“. E non è tutto perché come viene specificato nelle oltre 480 pagine del dossier “se si tiene conto che queste denunce non riguardano solo gli stranieri iscritti in anagrafe, ma anche quelli in attesa di registrazione, gli irregolari e quanti sono temporaneamente presenti in Italia per turismo, affari o altro, il parallelismo tra aumento dell’immigrazione e aumento della criminalità – si conclude – viene definitivamente smontato“.
Passando dalla scala nazionale a quella territoriale va, invece, segnalato il primato della Lombardia in termini di integrazione occupazionale. In pratica nella regione governata da Roberto Formigoni gli stranieri riescono a trovare lavoro con maggiore facilità rispetto al resto d’Italia. Seguono Toscana, Lazio, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna. Quest’ultima si conferma tra l’altro la regione con il più alto potenziale di integrazione, mentre la Sicilia è il territorio in cui le differenze tra gli stranieri e gli italiani risultano meno marcate.
Sul fronte dell’integrazione occupazionale, l’istantanea scattata dal Cnel dimostra inoltre che le comunità che si sono inserite meglio nel nostro Paese sono quelle indiane, romene, moldave, albanesi, ucraine e marocchine. Ancora qualche difficoltà, invece, per i cinesi, i peruviani e i filippini, mentre ecuadoriani, pakistani e nigeriani – secondo il Rapporto del Cnel – faticano ancora parecchio a trovare un impiego nel nostro Paese.
Maria Saporito