La Sapienza svolge esami in strada per protestare contro il decreto Gelmini

Non si placano le proteste contro il decreto del ministro Maria Stella Gelmini, dopo il blocco delle lezioni e la sospensione degli scrutini arriva l’ennesima protesta. L’Università “La Sapienza” di Roma ha deciso di svolgere gli esami all’aperto. La sessione estiva è stata dunque organizzata nei dintorni della Facoltà di Lettere, nelle aiuole e sotto l’ombra degli alberi sono stati portati undici tavoli con altrettanti docenti che vi stanno tenendo esami. Letteratura italiana contemporanea, storia del teatro, storia della lingua italiana sono solo alcune delle discipline.

I tagli a università e ricerca, stop alla manovra e al ddl Gelmini”, è ciò che si legge su un manifesto che occupa la gradinata centrale. “Lavoriamo qui sulla nuda terra — sorride il professor Giulio Ferronie mi pare che sia un fatto simbolico, racconta bene com’è ridotta l’Università. Non credo serva, ma almeno denuncia un malessere che ha tante ragioni”.

Elio Massimo Palmizio, senatore Pdl, annuncia un’interrogazione urgente al ministro Maria Stella Gelmini per sapere come il Governo giudichi “l’ennesima boutade della casta dei professori”. “Non avrei creduto possibile che alcuni docenti avrebbero partorito un’idea così balzana e irresponsabile come quella di esami notturni, che fa ricadere sui soli studenti l’onere della protesta. Chiedo al Ministero un’attenta azione di vigilanza ed eventuale repressione nei confronti dei docenti che aderiranno, che eccede la sacrosanta autonomia delle Università”.

Per la professoressa Bianca Maria Frabotta “la protesta nasce dalla volontà di opporsi a un progetto scellerato”. Intanto gli esami continueranno anche domani e sempre all’aperto, con sedute notturne che si terranno stasera dalle 21:00 alle 24:00, sono circa 200 i docenti che hanno aderito a questa singolare forma di protesta nonostante il Rettore Luigi Frati non abbia voluto commentare ufficialmente l’iniziativa in corso di svolgimento, anche se nei giorni scorsi l’ha bollata come “folcloristica”.

Il Preside della Facoltà di Lettere invece è concorde alla protesta: “Vogliamo dimostrare di essere vivi – sostiene – di non arrenderci, di saper lottare fino all’ultimo momento, con lo sguardo proiettato in avanti: perché se anche questa manovra dovesse passare, la prossima non sia così”.

Sabrina Ferrante