Legge Balilla, la Cgil dell’Umbria aderisce all’appello della Tavola della Pace: “No a 20 milioni di euro per campi estivi paramilitari”

“Mentre con una mano si tolgono finanziamenti alla scuola pubblica, all’università, alla ricerca, alla sanità e agli enti locali (240 milioni di euro solo all’Umbria), colpendo persino disabili e terremotati, con l’altra si decide di spendere ben 20 milioni di euro per organizzare corsi di formazione delle Forze Armate rivolti ai giovani. Siamo davvero al paradosso”. Con queste parole, Patrizia Venturini, segretaria regionale della Cgil dell’Umbria, commenta quella che è già stata ribattezzata come “legge Balilla” (disegno di legge su “Disposizioni in materia di corsi di formazione delle Forze armate”), una proposta normativa che porta la firma congiunta di ben tre ministri: La Russa (Difesa), Meloni (Giovani) e Tremonti (Economia) e che prevede, come recita il testo del ddl stesso, “iniziative per la diffusione dei valori e della cultura della pace e della solidarietà internazionale tra le giovani generazioni”, attraverso però campi estivi di cultura militare all’interno delle Forze Armate, nei quali i giovani saranno chiamati ad esercitazioni teoriche e anche pratiche, con tanto di “lezioni di tiro con l’arma individuale” e avranno status di militari a tutti gli effetti per la durata del corso.

E’ stata la Tavola della Pace, nel corso del meeting di Senigallia del 2-3 luglio, al quale la Cgil dell’Umbria ha preso parte, a lanciare l’allarme: “L’idea del governo è semplice, – ha spiegato Flavio Lotti, coordinatore della Tavola – invitiamo i giovani per tre settimane in caserma, gli facciamo indossare per la prima volta la divisa e gli spieghiamo quanto sia bello far parte delle Forze Armate e andare in missione in giro per il mondo. In questo modo riusciremo a selezionare nuovi volontari per l’arruolamento, ad assicurare nuova linfa e continuità d’azione alle associazioni combattentistiche e d’arma e, alla peggio, a promuovere un po’ di sana cultura militare. Dio solo sa, coi tempi che corrono, quanto ne abbiamo bisogno!”.

La Cgil aderisce all’appello lanciato dalla Tavola della Pace – conclude Patrizia Venturini – e invita tutte le cittadine i cittadini e le associazioni a fare altrettanto per bloccare una legge che non solo non è condivisibile nello spirito, ma che risulta ancora più assurda se calata in un contesto di gravissima crisi e di tagli indiscriminati alla formazione e alla cultura, questi sì, veri diritti di cittadinanza”.

Mauro Sedda