La fa franca il writer Daniele Nicolosi, uno dei principali esponenti della Street art italiana.
Bros, il nome d’arte di Nicolosi (definito da Vittorio Sgarbi “il Giotto moderno”), è stato infatti prosciolto a Milano dall’accusa di aver imbrattato alcuni edifici cittadini. Il giudice ha dichiarato la prescrizione per un episodio, un graffito sulle mura del carcere di San Vittore, e l’estinzione del reato perché è stata ritirata la querela riguardo a un edificio privato, mentre in un terzo caso ha addirittura giudicato improcedibile la causa per mancanza della querela.
Il Comune di Milano, costituitosi parte civile, aveva invece chiesto la condanna per il writer, autore tra le altre cose anche di importanti mostre e cataloghi, sostenendo che quello praticato da Bros fosse un deturpamento e un imbrattamento di edifici pubblici e privati, piuttosto che una forma d’arte, aspetto su cui al contrario ha insistito la difesa del giovane milanese. Gli avvocati difensori di Nicolosi hanno sostenuto infatti che quelle realizzate dal writer sono forme di espressione artistica e dunque non possono essere punite come reato.
Il giudice ha tentato una sorta di mediazione, riconoscendo i reati ma dichiarandoli nello stesso tempo non punibili per prescrizione o mancanza di querela. Palazzo Marino aveva invocato anche 18mila euro a titolo di risarcimento.
“Sono contento, è ovvio, ma purtroppo il giudicenon ha risolto il dubbio se questa è arte oppure vandalismo”, ha commentato Bros dopo la lettura della sentenza. E a proposito del progetto del Comune di assegnare spazi selezionati ai writer, Bros non ha escluso alcuna possibilità: “Bisogna valutare, perché l’appropriazione di uno spazio per un artista non è solo quando lo fa in modo illecito. Bisogna però vedere se gli interventi che ci chiedono sono interessanti: se per esempio mi proponessero di realizzare un graffito in un tunnel che da Garibaldi porta alla nuova zona della moda, direi di no”.
E una battuta ironica per concludere: “Come fa il Comune a selezionare artisti per realizzare le sue location? Vedendo le loro opere sui muri di Milano”.
Raffaele Emiliano