La nave libica carica di aiuti umanitari e diretta a Gaza ha cambiato la sua destinazione: si sta dirigendo, infatti, verso il porto egiziano el-Arish. Lo ha reso noto la radio israeliana. La scorsa notte la nave Amalthea, la cui partenza è stata organizzata dalla Fondazione Gheddafi, era stata costretta a bloccarsi in alto mare a causa di un guasto al motore.
Ad ogni modo la marina militare israeliana sta facendo seguire il cargo da imbarcazioni israeliane, onde evitare che segua davvero la direzione dichiarata e non tenti a sorpresa di forzare il blocco marino imposto a Gaza. La Marina israeliana aveva spiegato, infatti, nelle scorse ore che avrebbe bloccato la nave se avesse tentato di rompere l’embargo marittimo.
Gli sviluppi della situazione sono seguiti con molta attenzione dal premier israeliano Benyamin Netanyahu come rende noto il il sito web del quotidiano Yediot Ahronot. È dubbia comunque la sosta in mare del cargo per un guasto al motore. Prima che la nave si fermasse in mare, infatti il capitano cubano dell’imbarcazione, che batte bandiera moldava, ha chiesto alle autorità egiziane del porto nel Sinai settentrionale il permesso di attraccare.
È possibile che a bordo della Amalthea si siano verificati attriti come riferiscono fonti israeliane. Ossia è possibile che lo stallo non sarebbe stato causato da un guasto al motore ma sarebbe dovuto alle divergenze tra il comandante della nave e gli attivisti filo-palestinesi a bordo, determinati a raggiungere Gaza.
Da Tripoli il direttore esecutivo della Fondazione Gheddafi, Youssef Sawan, aveva dichiarato: “A causa di un guasto al motore, la nave avanza lentamente. Ma al momento, si è fermata” e ancora “La Marina israeliana ci impedisce di muoverci. Otto navi da guerra israeliane circondano il cargo e gli impediscono di procedere verso Gaza”.
La portavoce della Marina militare israeliana ha comunque smentito le voci secondo le quali la nave sarebbe stata fermata dalla Marina israeliana e deviata verso l’Egitto.
Rosa Ricchiuti