“Il pacchetto di emendamenti al ddl Alfano, presentati o annunciati, non è la risposta necessaria al bisogno di verità che il Paese ha, come documentano gli ultimi fatti di cronaca di straordinaria corruzione”. A riferirlo è Enzo Iacopino, segretario nazionale dell’Ordine dei giornalisti, non soddisfatto di quanto sinora è stato fatto per migliorare il famigerato ddl.
“Non possono bastare le ipotizzate modifiche relativamente a ciò che concerne il diritto costituzionale dei cittadini ad avere una informazione libera, completa e veritiera. Gli unici benefici previsti – aggiunge poi Iacopino – riguardano gli editori, gli stessi che incassano denaro dallo Stato per poi compensare anche con 2,50 euro ad articolo i giornalisti. Questi ultimi continueranno a rischiare fino a 10.000 euro di sanzione pecuniaria, il carcere e la sospensione dalla professione inflitta con le stesse garanzie che esistono nei Paesi totalitari”.
Segue tutta una serie di domande lanciate dal segretario dell’Odg, il quale sottolinea alcuni degli aspetti più illiberali del ddl. “Non è questo, forse, un ricatto permanente, capace di condizionare la libertà anche dei più forti tra noi giornalisti? E i cittadini? Non avranno la verità, non sapranno che ci sono politici contigui alla ‘ndrangheta, non sapranno come vengono truccati gli appalti per arricchire questo o quello o pagare gli oneri di ristrutturazioni private, non sapranno che vengono creati dossier per screditare un avversario. Può il Parlamento italiano approvare norme come queste? E’ possibile che tutti i parlamentari si consegnino come prigionieri a un ristretto gruppo di leader a causa di una legge elettorale in base alla quale vengono di fatto nominati? Dove finirà il diritto insopprimibile dell’uomo di conoscere per poter scegliere in maniera consapevole?”.
Raffaele Emiliano