Un Festino carico di polemiche, poche aspettative e un’aria tutto sommato grigia che ha fatto da sfondo. Ci sono state proteste contro l’amministrazione comunale durante la 386esima edizione del Festino di Santa Rosalia, proteste pacifiche nel rispetto della “Santuzza” tanto amata dai palermitani.
Come era stato ampiamente annunciato, il sindaco Diego Cammarata non ha partecipato, spezzando la tradizione che vuole che il primo cittadino salga sul carro trionfale per lanciare l’augurio: “Viva Palermo e Santa Rosalia”.
Quest’edizione è stata curata da Philippe Daverio, che ha puntato sul folklore in mancanza di soldi: il corteo della Santa era composto da carretti siciliani. “E’ stata una cosa difficile affrontare la cosa con pochi mezzi e in un clima riottoso e negativo”, ha detto Daverio.
Effettivamente le polemiche non sono mancate e di certo non si placheranno ma nonostante tutto ieri in migliaia hanno partecipato al Festino. Quattro i momenti fondamentali della serata: l’orazione nei giardini della Cattedrale, il corteo lungo il Cassaro, il passaggio ai Quattro Canti e la “liberazione” a Porta Felice con la festa popolare e i tradizionali giochi pirotecnici. Oggi la città di Palermo ha deciso di aprire le porte e in onore di santa Rosalia i Musei resteranno aperti: la decisione è stata presa dall’assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Gaetano Armao.
Nel museo Abatellis sarà esposto il dipinto del carro trionfale di santa Rosalia realizzato da Giulio Bonomo, il disegnatore che lo progettò per il Festino del 1897, dopo che Giuseppe Pitrè aveva riscoperto una tradizione persa prima di allora e che lo studioso aveva voluto con forza recuperare.
“E’ particolarmente significativo – ha detto oggi, a palazzo Abatellis, l’assessore Armao – che, nella giornata dedicata a Pitrè e alla vigilia della sua festa più sentita, Palermo riscopra uno dei simboli della propria identità religiosa e culturale. L’augurio è che la città torni a splendere, proiettando nel futuro la ricchezza delle sue radici e della sua cultura, aprendosi a scenari internazionali e esprimendo sempre più la sua natura e la sua vocazione cosmopolite. E’ la capacità di rivitalizzare Palermo, valorizzando questo patrimonio costituito anche dall’eredità di personalità come il Pitrè, da tradizioni e cultura può rendere possibile il sogno di conquistare la candidatura a capitale europea della Cultura”.
Sabrina Ferrante