Il fumo fa male. Non è una banale frase che, detta così, può sembrare superficiale, ma è un’affermazione che può sorgere spontanea quando si ha l’ennesima riprova della nocività delle sigarette.
I ricercatori della Southwest Foundation for Biomedical Research di San Antonio hanno dimostrato ancora una volta che il fumo può causare gravi danni al nostro organismo. Ebbene sì, perché è stato dimostrato che il fumo lascia le sue tracce anche sul Dna, modificandone ben 323 geni.
La ricerca è stata condotta su un campione di 1.240 persone, di cui 297 fumatori.
“Si tratta di un lavoro interessante – ha commentato la scoperta Piergiorgio Zuccaro, direttore dell’Osservatorio Fumo alcol e droga dell’Istituto Superiore di Sanità – in quanto aggiunge conoscenza sui meccanismi genetici e molecolari con cui il fumo scatena una serie di malattie”.
Zuccaro ha ricordato che fumando si lascia entrare nei polmoni e quindi, attraverso il sangue, in tutte le parti del corpo circa 4000 sostanze di cui 80 cancerogene come gli idrocarburi policiclici aromatici e le ammine aromatiche. Molte di queste sostanze sono note cause del cancro provocando mutazioni; altre esercitano un tipo di tossicità diverso ed in parte ancora ignoto ma comunque sono pericolose. Tra le altre cose, il fumo contiene addirittura sostanze killer come il polonio 210 (la stessa sostanza radioattiva usata per uccidere Alexander Litvinenko a Londra nel 2006). Questa sostanza radioattiva è uno dei composti chimici più pericolosi e cancerogeni contenuti nelle sigarette: in poche parole, fumare 20 “bionde” al giorno per un anno ha lo stesso effetto di sottoporsi a una quantità di raggi pari a 300 radiografie.
Tra l’altro, i ricercatori Usa hanno dimostrato che oltre a far sì che i geni mutino, le sigarette provocano anche un danno funzionale. Il fumo “manda in tilt” il loro normale livello di attività, cioè sregola quella che i biologi chiamano “espressione dei geni”. Gli esperti lo hanno scoperto “registrando” il livello di attività del genoma nelle cellule del campione. Nei fumatori ben 323 geni mostrano modifiche della propria attività rispetto ai corrispondenti geni nel Dna dei non fumatori.
Secondo Charlesworth ad essere modificata non è solo l’attività di singoli geni ma, ad effetto domino, quella di intere reti di geni collegati.
Angela Liuzzi