Senza stipendio dal mese di aprile e pure senza 14esima: da stamattina i lavoratori della Spigadoro di Foligno, azienda del settore alimentare che conta circa 70 dipendenti, sono in sciopero ad oltranza per chiedere lo sblocco di una situazione giudicata ormai insostenibile.
“L’adesione è totale”, fanno sapere la Rsu insieme a Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil, che spiegano come la protesta sia prima di tutto rivolta contro l’atteggiamento padronale: la direzione aziendale, infatti, aveva assunto l’impegno ad accreditare almeno lo stipendio di aprile entro la prima settimana di luglio e le altre due mensilità arretrate entro il 20 dello stesso mese. Poi, entro il 31, sarebbe stata pagata anche la 14esima. “Invece ad oggi i lavoratori non hanno visto un euro e questo è del tutto inaccettabile”, afferma Massimo Venturini, segretario regionale Flai Cgil. “Tra l’altro – prosegue il sindacalista – nell’ultimo periodo i lavoratori hanno davvero dato tutto quello che potevano per aiutare l’azienda in una fase difficile. Hanno lavorato sette giorni su sette, sabati e domeniche inclusi, hanno fatto straordinari e questo ha permesso a Spigadoro di registrare buoni risultati, soprattutto con le esportazioni del prodotto, che rappresentano i due terzi delle vendite”.
Quindi, a fronte di un’azienda che produce e ha mercato anche all’estero, i sindacati non possono accettare che ai lavoratori non sia garantito almeno il diritto fondamentale allo stipendio. “Lo sciopero andrà avanti a oltranza finché i lavoratori non avranno quello che spetta loro – avverte ancora Venturini – ma se l’azienda non dovesse pagare, allora chiederemo l’apertura di una crisi per ottenere almeno la cassa integrazione, perché è chiaro che 70 famiglie non possono essere private così a lungo di un reddito”.
E i sindacati si rivolgono anche alle istituzioni locali: “Chiediamo un loro immediato coinvolgimento – conclude Venturini – servono azioni efficaci nei confronti di questa azienda che, va ricordato, è l’ultimo pastificio industriale dell’Umbria e va quindi assolutamente salvaguardata”.
Mauro Sedda