Trapianto di fegato: a Palermo sperimentata una nuova incredibile tecnica

Una donna ed il suo potere di dare la vita. Qualcosa di a dir poco meraviglioso ma di cui tutti sentiamo parlare molto spesso. Invece la vicenda di cui stiamo per parlare racconta di una madre che, dopo la nascita ha avuto la possibilità e la forza di donare alla sua bambina una nuova ed ancor più radiosa esistenza. In questa sede però più che sottolineare i risvolti emotivi e morali della storia, ci occuperemo di esaltare quelli medici, non meno interessanti ed anzi a dir poco innovativi.

All’Ismett di Palermo, Istituto Mediterraneo per i Trapianti e le Terapie, è stato eseguito, prima volta in Italia, un trapianto di fegato da donatore vivente, utilizzando soltanto una porzione di organo e, cosa più importante, sfruttando una speciale tecnica mini invasiva. Protagonista una bimba di soli 10 mesi, affetta da una patologia colestatica in fase terminale, che ha potuto beneficiare del grande gesto d’amore di sua madre, una ragazza di soli 20 anni. Ad eseguire l’intervento il direttore dell’unità operativa di chirurgia generale e trapianti nell’uremico e nel diabetico dell’ospedale di Pisa, Professor Ugo Boggi, coadiuvato in fase d’intervento dall’equipe Ismett del Professor Bruno Gridelli.

Per salvare la bambina è bastato impiantarle una porzione minima di fegato, pari a circa i 2/8 di quello della madre. La quale non ha riportato alcuna conseguenza a livello clinico, sia per le dimensioni ridotte del lembo prelevato sia per l’alta capacità rigeneratrice della ghiandola epatica. La fase di asportazione si è svolta, questo l’elemento in assoluto più innovativo, mediate tre piccole incisioni di 1 cm ed una quarta di addirittura 5 mm. La parte interessata è stata poi estratta da un’ulteriore incisione sovrapubica.

Questo tipo di tecnica ha consentito così di eliminare tutte le ripercussioni dovute ad una evidente ferita di tipo chirurgico, che potrebbe rivelarsi estremamente traumatizzante per un individuo giovane, la fascia d’età che in qualità di donatore è più interessata da questo tipo di trapianto. Ridurre quindi quanto più possibile l’impatto estetico sulla persona risulta molto importante.

Katiuscia Provenzani