David Benioff, autore rivelazione che stupì il mondo letterario americano pubblicando La 25 ora, mette a segno un altro colpo gobbo con un piccolo capolavoro nel campo del romanzo di formazione.
La città dei ladri racconta di un mondo drammatico e crudele, la Russia durante la Guerra Mondiale, ma lo dipinge dando luce a quelle che sono le sfumature più grottesche e surreali.
Il protagonista è uno sgangherato eroe da due soldi di San Pietroburgo che per salvare una sua amica si ritrova nella più buia prigione di tutta la Russia, dove, affiancato ad un affascinante soldatino, ninfomane e disertore, riceve, in cambio della libertà, il compito di portare a termine una segretissima missione: recuperare una dozzina di uova per la torta del matrimonio della figlia del colonnello.
E inizia così un odissea per le strade di un inverno gelido costellato di disorganizzati cannibali, soldati surgelati e disperati tentativi di far partorire uova a un gallo maschio.
La città dei ladri potrebbe apparire a prima vista uno dei soliti romanzi di formazione, ambientati nel gelo della guerra, ma non è così: questo libro è prima di tutto una commovente storia di amicizia, una lenta rivelazione del mondo, della inesorabile natura dell’uomo, inconfondibile nel bene e nel male.
I gesti dei protagonisti vengono raccontati con un occhio freddo come quello di un cecchino, e con la sua freddezza riesce a trovare uno spietato humour fra le sue pieghe.
E’ indiscutibile questo romanzo fa ridere e fa piangere, ma soprattutto fa male. Fa male come un pugno al cuore, fa sentire come quelle persone che uccidono e odiano senza remore sono umani quanto noi se non di più.
E’ un romanzo consigliato caldamente e degno di attenzione.