“Il Manifesto” manifesta in piazza

La Finanziaria ha previsto i tagli all’editoria e i giornalisti de “Il Manifesto” non ci stanno e scendono in piazza Montecitorio per protestare ricevendo l’appoggio di vari politici, tra i quali Fausto Bertinotti, Ignazio Marino, Giovanna Melandri e Luigi De Magistris.

Berlusconi con questi tagli vuole togliersi dai piedi una serie di giornali di destra e di sinistra, ha detto il direttore de “Il Manifesto”, Norma Rangeri. La stampa è l’ultima spina nel fianco del regime mediatico berlusconiano e il Premier inizia a eliminarla cominciando dai piccoli, ma noi venderemo cara la pelle. Se si andrà avanti con il voto alla Finanziaria siamo pronti a salire su un tetto, questa è solo la prima tappa”, ha concluso la Rangeri.

L’Onu sta intervenendo sul livello di informazione in Italia, per questo mi sono arruolato nei caschi blu – ha detto Vauro, il vignettista satirico, parlando al megafono sotto la tenda allestita per la protesta con un finto casco blu in testa -. Forse mi fido più di loro che dell’opposizione”. Poi Vauro, riferendosi alla vignetta di stamattina comparsa sul suo giornale in cui c’era lo slogan “facciamolo in piazza”, ha aggiunto: “Intendo non solo il Manifesto ma anche l’amore per l’informazione. Questo è un quotidiano che fa l’amore con la libertà, cerchiamo di non condannarlo all’astinenza perenne”. Davanti al Parlamento di un Paese dove la libertà di stampa e di espressione è sotto scacco, è in piazza che bisogna fare il giornale.

Il ddl sulle intercettazioni è l’ultimo attacco di una lunga offensiva del governo contro l’editoria e la stampa indipendente. L’allarme è altissimo e il ddl sulle intercettazioni rischia di ridurre sensibilmente la libertà di stampa in Italia.

Sabrina Ferrante