Partiamo dalla fine: la decisione del Tar del Piemonte di accogliere parzialmente i ricorsi presentati dal centrosinistra che porteranno al riconteggio di circa 14 mila schede potenzialmente “tarocche” non preoccupa il presidente Cota. Almeno in apparenza. “Da oggi – ha spiegato il governatore – farò ancora più cose per il Piemonte visto che vogliono ridurci il tempo. Questa vicenda non mi fiacca, non ho mai pensato di mollare, anzi mi dà nuove energie, governerò con rinnovato slancio”.
Dal suo punto prospettico, la vicenda acquista i contorni di un vero e proprio complotto che parte dalla sua regione per trasferirsi poi sul piano nazionale: “Ho vinto e non dovevo vincere – ha spiegato Cota – Lega Nord e Pdl hanno vinto e non devono governare. Ogni giorno ce n’è una. Fin dalla notte delle elezioni, Bresso affermò che non avrebbe accettato il risultato che la dava perdente: doveva vincere lei. Il problema non è la lista Scanderebech, ma, ripeto, il fatto che per qualcuno Lega e Pdl non dovevano governare. Forse anche la nostra unità – ha continuato il leghista – la nostra azione di governo determinata e convinta, non sta bene a qualcuno che continua a ignorare il voto che democraticamente e regolarmente i piemontesi hanno espresso a marzo”.
Quella del ricontaggio è un’opzione che il governatore considera inutile e che per questo si augura di bypassare: “Questa regione – ha detto – ha bisogno di essere governata e non di perdere tempo o di giocare come fa qualcuno che ogni volta tira fuori qualcosa di nuovo invece di fare un’opposizione seria e democratica. I miei legali faranno ricorso al Consiglio di Stato sulla sentenza, meglio sul dispositivo, e per quanto mi riguarda – ha ribadito il presidente dei piemontesi – continuerò a lavorare”.
Contro la sentenza emessa dal Tar nella notte di giovedì scorsa si sono espressi numerosi protagonisti della scena politica: dal premier Berlusconi al leader della Lega Bossi, passando per il sindaco di Torino, Sergio Chiamparino. Il presidente del Consiglio si è detto “indignato” per la decisione espressa dai giudici piemontesi che – a suo parere – provocherà soltanto danni alla regione. Il suo commento alla vicenda ha suscitato la reazione di Mercedes Bresso che ha voluto così replicare alle considerazioni espresse dal capo del governo: “L’unica cosa che va di traverso a qualcuno – ha scandito – è il rispetto delle regole, tanto da cercare di violarle sistematicamente. Ancora una volta il premier mostra sprezzo per le regole democratiche, ma di questo – ha continuato la Bresso – ne avevamo in passato avuto ampia dimostrazione. Continuare ad affermare di avere l’indiscutibile sostegno dei cittadini piemontesi quando si è vinto con lo 0,4% e in contesto di così palesi e riconosciuti reati amministrativi e penali – ha concluso l’ex governatrice – è stupefacente”.
Sull’altro fronte, la base leghista fa quadrato intorno al governatore su cui pende la spada di Damocle del ricontaggio: “Con questa manovra – ha scritto oggi Umberto Bossi su “La Padania” – vogliono rimettere in sella la Bresso. Un tentativo che ha dell’incredibile”, mentre per Roberto Calderoli la decisione dei giudici sovverte i dettami della carta costituzionale: “A questo punto – ha ironizzato – cambiamo l’articolo 1 della Costituzione, che al secondo comma recita che la sovranità appartiene al popolo e non dice invece che appartiene ai Tar, come viceversa si dovrebbe dedurre – ha concluso – dopo la sentenza del Tribunale amministrativo regionale del Piemonte”.
Grande cautela è, invece, quella mostrata dal sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, che invita ad attendere gli sviluppi della vicenda: “La decisione del Tar – ha notato – è soltanto una tappa di un lungo percorso giudiziario che vedrà ulteriori gradi, ma è una materia troppo delicata perché si possa esprimere già ora un giudizio in forma definitiva”. Diversa infine la considerazione dell’ex ministro del Lavoro, Cesare Damiano: “La decisione del Tar – ha commentato – è assolutamente equa e super partes. Nessuno dovrebbe temere il riconteggio dei voti che si rende necessario in una situazione che ha rivelato una qualche opacità di troppo. Cota sbaglia – ha concluso – a politicizzare la questione”.
Maria Saporito