Manila (Filippine), 17 luglio. Un potente tifone si è abbattuto nel sud-est asiatico, causando 67 morti. Tuttavia, le stime non possono essere precise poiché all’appello mancano 87 persone, quindi il bilancio potrebbe aggravarsi nelle prossime ore.
Nelle Filippine, il tifone soprannominato “Conson” ha devastato intere città, distruggendo abitazioni, imbarcazioni e abbattendo alberi. Ciò ha causato di conseguenza una rapida inondazione che ha mietuto molte vittime e ha causato un’interruzione nelle telecomunicazioni e nell’elettricità. In questo stato asiatico i morti sono stati 65. Il numero così alto di decessi si deve soprattutto all’imprevedibilità del ciclone che, andando oltre ogni previsione, si è abbattuto con una violenza inaudita sulla capitale Manila e sull’isola di Luzon. Gli abitanti, proprio in ragione della scarsa importanza che i meteorologi davano al tifone, non sono stati avvisati adeguatamente e, all’arrivo delle correnti d’aria, si trovavano all’interno delle proprie abitazioni o in strada tentando di mettere al riparo.
In Cina, il tifone è stato più clemente, poiché ha investito solamente l’isola di Hainan, una località turistica a sud del continente cinese. Due persone hanno perso la vita a causa del crollo di alcuni cartelloni pubblicitari, tuttavia le autorità dell’isola avevano svolto un migliore lavoro di prevenzione, facendo evacuare circa 40mila persone dalle zone più pericolose e potenzialmente più esposte alla forza dei venti. L’organizzazione cinese e la presenza di un centro per la prevenzione dei tifoni hanno salvato molte vite.
Nella giornata di venerdì, “Conson” aveva raggiunto la sua massima potenza, soffiando a oltre 139 km/h, tuttavia la buona notizia è la lenta attenuazione dei venti. Il tifone si appresta a entrare in Vietnam, ma è stato declassato a tempesta tropicale, perciò dovrebbe essere più ‘innocuo’.
L’elevato numero di dispersi fa pensare che il numero delle vittime possa salire, mentre per i superstiti è tempo di tornare nelle abitazioni, sperando di avere ancora un tetto sulla testa. Ingenti danni inoltre per l’agricoltura, l’elettricità e il sistema di telecomunicazioni, il quale dovrà essere presto ripristinato per evitare l’isolamento delle località più remote. Il peggio è passato, adesso si può e si deve ricominciare a vivere.
Emanuele Ballacci