Berlusconi: qui ognuno si fa gli affari suoi

E’ un po’ questo il concetto che traspare dalle ultime dichiarazioni del Presidente del Consiglio, in apparente vacanza nel castello di Tor Crescenza; apparente perchè in realtà nessuno sa cosa abbia realmente fatto all’interno delle mura, quel che è certo è il fatto che dal Cavaliere ci si aspetta solitamente molto più ottimismo, o  almeno una maggiore positività.

“La verità – pare abbia confidato Berlusconi ad un suo stretto collaboratoreè che sono solo, ognuno pensa a se stesso e non al bene della coalizione”. Innanzitutto, caro Presidente, ognuno dovrebbe pensare al bene del Paese e non (solo) a quello della coalizione, ma, fatta questa doverosa premessa, la politica è storicamente sempre stata piena di persone che “tirano acqua al proprio mulino”, quindi, sarebbe meglio che ci faccesse l’abitudine.

In effetti, tra l’altro, non è possibile dare totalmente torto al Premier, in quanto gli evidenti problemi del PdL, non sono solo causa ( o merito, dipende dai punti di vista) dell’opposizione. Le correnti finiane, capeggiate, perlomeno a livello mediatico, da Italo Bocchino, la protesta delle Regioni, capeggiate, non solo a livello mediatico stavolta, da Errani, ma anche dal “Pidiellissimo” Formigoni, le parallele proteste dei Comuni, senza contare i problemi giudiziari, fondati o meno, dei vari Verdini e Cosentino.

In Italia, come spesso accade, tutti vogliono, o quantomeno sperano, che i sacrifici li facciano gli altri, pur concordando col fatto che si debbano fare; e così, ogni volta che viene toccato qualcuno da vicino, sul vivo, o meglio nel portafoglio, questo qualcuno protesta e conseguentemente protesta qualcun altro che non è d’accordo con le argomentazioni del primo. Il logico effetto è l’immobilismo, dovuto anche  ad un abnorme “spreco” di tempo nel cercare di mettere d’accordo tutti, cosa tra l’altro che il più delle volte risulta impossibile; infatti se spesso i toni vengono esagerati e pare essere questo il vero problema, i fondamenti socio-economici dai quali partono le proteste sono quasi sempre veritieri. Tali fondamenti però sono diversi, o meglio ancora è diverso il modo di interpretare la possibile soluzione al problema, creando attriti anche all’interno della stessa parte politica.

Esemplificando, Berlusconi aveva modestamente difeso l’ex-ministro Brancher e “l’affaire” legittimo impedimento attinente, Fini si era invece espresso con toni molto duri; ” non voglio che nel Pdl e nel governo che ho sostenuto e che voglio continuare a sostenere ci sia nemmeno il sospetto che qualcuno si faccia nominare ministro per non voler andare in tribunale”, aveva tuonato il comandante in seconda del PdL. Di casi analoghi, o quantomeno simli, ne esistono diversi e sui differenti argomenti. E’ forse un problema anche di “visibilità” o di voglia di emergere, non è dato sapere, quel che è certo è che Berlusconi non può contare su molti “alleati senza diritto di replica” ultimamente. Uno di questi pare però essere Tremonti, che, nonostante le numerose discussioni, ha oggi dichiarato che un’alternativa credibile all’attuale Governo ( e conseguentemente al suo odierno Leader) non esiste. La soluzione tecnica, proposta a più riprese ed in modi personalizzati dai vari esponenti del centro-sinistra, è, per Berlusconi, un tentativo di ribaltone, per il Ministro dell’Economia un’ipotesi impraticabile; “non esiste una ‘melior pars’ fatta di ottimati,di illuminati capaci di governare la complessità”. ha infatti detto Tremonti,  ribadendo contestualmente la stabilità, pur non apparente, del Governo.

A.S.