Va avanti contro ogni problema e difficoltà e nonostante il boicottaggio operato in Giappone la crociata ambientalista portata avanti dal produttore del film premio Oscar “The Cove“; come spiegato da Fisher Stevens, il produttore, la gente non dovrebbe frequentare più il delfinarium in cui gli animali sembrano come essere in trappola a Guantanamo: il documentario, dedicato alla caccia annuale al delfino in Giappone, sta girando praticamente tutto il mondo e approderà in Italia nel mese di settembre su Current oltre che tramite la distribuzione in dvd più libro di Feltrinelli Real Cinema.
Il film documentario racconta della tranquilla ed idillica baia naturale che per sei mesi ogni anno si tramuta in una vera e propria trappola per migliaia di delfini: a Taiji, sulle coste del Giappone, si recano i pescatori per catturare ed uccidere questi poveri cetacei al fine di soddisfare quella che è la richiesta di esemplari da addestrare per l’intrattenimento nei parchi acquatici o da mandare al macello per la vendita nei mercati di tutto il Paese.
Questo e altro è raccontato in “The Cove“, vincitore del Premio Oscar 2010 e promosso da Feltrinelli e Legambiente che verrà proiettato in anteprima assoluta nel corso dell’estate all’interno del Festival e durante le campagne dell’associazione; il film è stato girato da Louie Psihoyos, famoso e noto fotografo, originando polemiche da ogni parte e dando vita ad una campagna di pura indignazione verso i pescatori della città di Taiji ed anche verso il governo giapponese. Quello che il documentario spiega infatti è di come i delfini vengano intercettati dai pescatori i quali, con l’ausilio di una barriera sonora realizzata con spranghe di ferro battute contro le barche, vengono poi spinti nella baia (appunto “the cove“) dove troveranno ad attenderli solo morte e supplizio. Al fine di evitare quindi la sorveglianza dei pescatori le riprese sono state svolte mediante appostamenti strategici, telecamere nascoste ed incursioni di notte.
Il documentario è nato grazie al forte interesse nutrito da parte di Ric O’Barry, addestratore di delfini celebre per la serie tv Flipper il quale proprio in seguito a quell’esperienza operò un definitivo cambio di opinione riguardo allo sfruttamento degli animali, la cattività e il pesante e notevole stress patito dagli animali nei delfinari e nei parchi.
Rossella Lalli