Roma, 18 luglio. “Il governo Berlusconi è forte, e non esistono alternative credibili. Né governi tecnici, né larghe intese. Sono fuori dalla storia e l’Europa non lo approverebbe”, afferma il ministro dell’Economia Giulio Tremonti, intervistato da Repubblica. Se riguardo l’attuale governo e la presidenza di Silvio Berlusconi Tremonti si dice ottimista, più contrariato appare, per un momento, su un altro argomento che si è imposto in modo terribile nell’ordine del giorno.
Alle richieste di opinione che riguardano la loggia incriminata a causa delle recenti indagini sul settore eolico in Italia, Tremonti afferma senza mezzi termini che la cosiddetta P3 che ora è nell’occhio del mirino non è un caso isolato, ossia che “non si tratta solo di una mela marcia”, ma anzi “è venuta fuori una cassetta di mele marce”.
Ma osserva anche, e qui si torna al tremontiano ottimismo che conosciamo, che “l’albero e il frutteto non sono marci”.
Tremonti spiega le sue ragioni nel respingere a priori l’idea di lasciare lo Stato nelle mani di un “governo tecnico” di esperti, dal momento che a suo dire “non esiste una ‘melior pars’ fatta di ottimati, di illuminati capaci di governare la complessità”. Anzi, l’attuale governo andrebbe incentivato, dal momento che i suoi meriti sono vasti. “Abbiamo fatto la riforma delle pensioni più seria d’Europa. Pensioni e Pomigliano sono due P più importanti della P3″.
E su tutta la furibonda e pubblica lite-vespaio del ddl intercettazioni? Bazzecole. “La discussione tra privacy e diritto all’informazione si è persa”. Ma, “più che di legge bavaglio parlerei di bavaglino”.
Sulla manovra finanziaria, ottimismo al massimo grado. Infatti, per Tremonti, la strada è ormai spianata al punto che il governo può dormire sonni tranquilli, con la certezza che “alla fine anche le Regioni come i Comuni e le Province faranno l’accordo”.
I sempre più manifesti dissapori fra Gianfranco Fini ed il premier Berlusconi? Sciocchezze. Tutto quanto si è visto “rientra nell’antropomorfia della politica”.
Insomma, non c’è una cosa fuori posto. Questo sembra essere il nocciolo delle opinioni portate avanti dall’attuale ministro dell’Economia.
Sandra Korshenrich