Gira che ti rigira, è sempre lì che si va a parare. Da anni ormai. Forse dall’avvento in giallorosso di Zdenek Zeman, vero e proprio cultore del calcio offensivo, con tanto di 4-3-3 spumeggiante e brioso. Ma ancor prima, con Mazzone, a Roma era di moda parlare del ‘tridente’. Affascinante e al contempo complicata ipotesi tattica: un triangolo offensivo fatto di stelle, mantenibile solo in virtù di un perfetto equilibrio di squadra. Totti-Balbo-Fonseca: ad inizio anni ’90, impazzava la moda del magico tris, ma il difensivista Mazzone solo in rare occasioni concesse la platea contemporanea ai tre funamboli. Poi, come detto, arrivò Zeman e via con il trio Paulo Sergio-Delvecchio-Totti. Gol e spettacolo, spesso oltre la dovuta misura. Il pragmatismo di Capello ha regalato maggiori soddisfazioni a livello di risultati, senza fare a meno dei tre punteri (Totti, Batistuta, Montella…una favola!) per non parlare del Totti-Montella-Cassano, tridente micidiale e spettacolare, crudele illusione all’interno di una stagione nefasta on Delneri (e non solo) alla guida.
L’arrivo di Spalletti nel 2005 ha cancellato dalla testa dei tifosi l’idea del tris offensivo: 4-2-3-1 a go go, scordatevi il resto. Anzi, il successo spallettiano nacque proprio da un curioso paradosso: le ‘zero punte’ a disposizione nella trasferta invernale a Genova con la Sampdoria. Dentro tutti centrocampisti ed ecco nascere il modulo senza attaccanti (col solo Totti davanti, divenuto puntero effettivo solo successivamente), nonostante ciò spettacolare e redditizio. Tale schema ha mietuto successi per anni, divenendo un vero ‘dogma’. Via Spalletti, rivoluzione. Ecco Ranieri: niente 4-2-3-1, bensì alternanza tra moduli vecchio stampo e proposte del tutto nuove. E ovviamente, torna in ballo il tema ‘tridente’. Ménez-Vucinic-Totti è stata una tentazione durata lo spazio di un autunno, prima dell’arrivo di Luca Toni dal Bayern. E anche qui, ipotesi su ipotesi, fantasiose e allettanti. Sempre e comunque riguardanti lo stesso argomento: un attacco a tre frecce, non una di meno.
L’avvicendamento in rosa tra Toni ed Adriano, ovviamente, non ha riposto il discorso in un cassetto. Anzi, l’idea di rivedere l’Imperatore a livelli accettabili accende ancor di più la fantasia della gente. Non essendo un giocatore statico, Adri può integrarsi alla perfezione con Totti (a differenza di Toni), partendo in posizione di esterno d’attacco. Nell’amichevole di domenica contro i dilettanti della Val Pusteria (prima uscita stagionale della Roma, vittoria per 13-0), Ranieri ha proposto un 4-3-3 camaleontico, in grado di trasformarsi facilmente in un 4-2-3-1 in fase offensiva. Adriano a destra, Vucinic a sinistra e Totti centravanti, con la chicca Ménez a giostrare tra la mediana e la trequarti. Un quadrilatero, addirittura. Ma gli occhi dei tifosi erano tutti sull’Imperatore, alla ricerca dell’intesa ideale con i partner d’attacco. Ranieri ha ammesso: “L’idea di far giocare Adriano, Totti e Vucinic insieme è stuzzicante, ma una partita amichevole come questa fa testo fino ad un certo punto. Certamente, solo provandoli ora posso capire se un modulo del genere ha un futuro. Vedremo”. Prossimo appuntamento sabato, per il secondo test stagionale. Una sorta di esame bis per il nuovo (e più che mai affascinante) tris giallorosso.
Alessio Nardo