XVIII Conferenza mondiale sull’Aids: l’Italia è morosa e negligente scientificamente

Si è aperta ieri a Vienna la XVIII conferenza mondiale sull’Aids, il più importante appuntamento sul tema, ma l’Italia ”brilla per la sua assenza”. La denuncia è della Lila, la Lega Italiana per la Lotta all’Aids, secondo cui il nostro paese è molto indietro sulle politiche di lotta all’Hiv.

”Questa è un’edizione importante, perchè siamo a soli 5 anni dal 2015, quando dovrebbero scadere i ‘millennium goals’ sulla lotta all’Aids – afferma la presidente della Lila – ci sono ministri della salute di molti paesi, ma non dell’Italia ”. A differenza degli altri paesi di ogni parte del mondo, non è presente con alcuna delegazione istituzionale e non ha nemmeno inviato un funzionario a gestire un banchetto dove distribuire il materiale prodotto per le campagne di prevenzione.

L'Italia assente e in debito col Fondo Globale

A Vienna esplode poi il caso Italia come “Paese moroso”, negligente scientificamente. Bill Clinton dal palco della conferenza ha lanciato infatti un appello ai paesi che non stanno mantenendo le proprie promesse nei confronti del Fondo globale per la lotta all’Aids, alla malaria e Tbc; e il primo imputato (non citato dal palco per ragioni diplomatiche, ma da tutti conosciuto e citato nelle sale della Conferenza) è proprio l’Italia, che non ha versato né i 130 milioni di euro del 2009, né i 130 del 2010 e tanto meno i 30 milioni aggiuntivi promessi durante il G8 a l’Aquila e in altri vertici internazionali: con queste cifre il Fondo potrebbe salvare migliaia di persone, promuovendo la ricerca e diminuendo il numero di contagi.

La credibilità scientifica è precipitata ancor di più dopo che l’Italia non ha firmato la «Dichiarazione di Vienna», il documento ufficiale della conferenza, con il quale si condannano le politiche proibizioniste verso i tossicodipendenti, politiche indicate come uno dei fattori che facilitano maggiormente la diffusione del virus Hiv. Paradossalmente però, l’Italia è famosa nel mondo per essere stata la prima ad applicare negli anni ’80 la distribuzione di siringhe pulite alla promozione dell’uso di metadone, che hanno avuto un grande successo nel diminuire i contagi.

“Da noi – afferma in una nota la Lila – sono anni che non si fanno serie campagne di prevenzione. Inoltre nel 2009 la Commissione Ue ha chiesto agli stati membri di applicare una serie di azioni, dalla distribuzione dei preservativi a interventi nelle carceri, che da noi non sono fatte, e neppure il rapporto richiesto ogni due anni è mai stato presentato”.

Adriana Ruggeri