Caldo, è allarme meduse

Torna il caldo, torna il mare e purtroppo anche il pericolo meduse. Da qualche anno arrivano sempre più numerose e negli ultimi giorni la loro presenza ha invaso i nostri mari.  Complice del loro arrivo è l’innalzamento della temperatura delle acque le quali sembrano essere sulla buona strada per trasformarsi in un mare tropicale. Tutta colpa del riscaldamento globale quindi. Il loro arrivo sembra destinato a aumentare. A soffrire di più, sulle nostre coste, sono il mar Ligure e il Tirreno.

Sciami lunghi anche chilometri e di specie diverse raggiungono la riva compromettendo pesca e turismo. Ferdinando Boero del dipartimento di biologia marina dell’università del Salento, anche quest’anno lancia la campagna “Occhio alla medusa”: è un progetto di “scienza dei cittadini” attraverso cui è proprio la gente a inviare segnalazioni contribuendo alla mappatura di questi animali nel Mediterraneo.

Le meduse si muovono a seconda delle correnti e si spostano verticalmente. L’esperto consiglia ai bagnanti dunque di osservare bene l’acqua prima di tuffarsi. Nel caso vengano avvistate meduse urticanti è meglio evitare il bagno. Le meduse urticanti si distinguono in genere per i tentacoli molto lunghi. Nei casi più gravi la puntura di una medusa può portare allo shock anafilattico e alla morte, anche se casi del genere non si sono mai verificati nel Mediterraneo.

Nel caso si venga punti da una medusa, è bene uscire dall’acqua e lavare la parte interessata con acqua di mare, non con acqua dolce. No ai rimedi fai da te: sulla parte andrebbe applicato un gel astringente al cloruro d’alluminio da far preparare in farmacia, spiega Mario Aricò, dermatologo presso l’Università di Palermo.

Sono 6-7 anni che le meduse continuano a aumentarespiega l’esperto Boeroe contemporaneamente cresce anche la diversità biologica”. Ogni estate, a causa del riscaldamento globale, le meduse “trovano condizioni climatiche migliori” e anche se “stanno bene con qualsiasi temperatura, un’ondata di calore potrebbe fungere da amplificatore per quelle specie che amano le acque tropicali”. L’espansione di meduse, osserva l’esperto, ha una correlazione “nella diminuzione dei pesci per la pesca eccessiva e per la perdita di spazio ecologico”. Per ora la situazione peggiore a causa di “un gioco di correnti” si riscontra nell’alto Tirreno,tra Liguria e Toscana, prima con enormi sciami di Velella, e ora con l’arrivo della Pelagia, comparsa a mucchi nel Tirreno meridionale che pare sia la specie più urticante.

Sabrina Ferrante