La depressione altera la vista: sempre più “nera”

La scienza conferma il luogo comune: quando si è giù di morale, si vede tutto nero. Quando si è depressi, almeno in senso clinico, il senso della vista viene alterato causando un diverso modo di percepire i colori, a tinte decisamente più fosche e cupe.

In Italia circa 5 milioni di persone soffrono di depressione

Lo rivela una ricerca effettuata da un’equipe dell’Università di Friburgo, in Germania, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista “Biological Psychiatry”. Gli scienziati hanno scoperto che nei malati di depressione lo stato emotivo influisce sulla vista, alterandola, tanto che gli occhi non arrivano a percepire i contrasti tra le varie sfumature di colori: in questo modo la visione del mondo esterno appare letteralmente più scura di quanto non sia in realtà.  

Per arrivare a queste conclusioni, i ricercatori diretti da Emanuel Bubl, dopo aver posizionato degli elettrodi negli occhi di 40 pazienti con depressione e di 40 soggetti sani (per misurare l’attività dei nervi che uniscono i fotorecettori al nervo ottico), hanno mostrato ai soggetti una serie di immagini di scacchi bianchi e neri che diventavano gradualmente grigi e sempre meno in contrasto l’uno con l’altro. Tanto più il contrasto tra i colori dei quadrati diminuiva, tanto più i segnali elettrici del nervo ottico si affievolivano, in modo più marcato ed evidente nelle persone depresse. 

Ad esempio, mentre si dovevano osservare due quadrati, uno bianco e uno nero, entrambi ben delineati, i volontari sani avevano un’attività del nervo ottico tre volte superiore rispetto a quelli con ‘male di vivere’, indicando che la depressione diminuisce la capacità di captare i contrasti. Più il disturbo è grave, notano gli esperti, più è grave questo problema e il motivo potrebbe risiedere nel fatto che i neurotrasmettitori che regolano l’attività nervosa dell’occhio sono collegati alle diverse emozioni che un individuo può provare. Secondo Bubl, questo tipo di tecnica potrebbe essere utilizzata per la diagnosi clinica della depressione.

Adriana Ruggeri