Lena: nuova tecnologia per riconoscere l’autismo

Come diagnosticare l’autismo nei bambini piccoli in modo da poterli aiutare e correggere da subito i problemi che si presentano?

Una risposta a questa domanda ha cercato di darla l’Università del Kansas in Usa. Gli scienziati e gli studiosi hanno lavorato duramente per portare a termine una nuova tecnologia denominata Lena ovvero il nome è l’acronimo di Language Enviroment Analysis. Questa tecnologia permette per l’appunto di diagnosticare precocemente l’autismo a partire dalla voce. Il tutto parte dalla teoria e dalle convinzioni del team di studiosi e ricercatori. Essi credevano infatti che i vocalizzi e gli altri suoni emessi dai bimbi autistici, anche se molto, molto piccoli, si differenziassero da quelli dei coetanei che non soffrivano di questa malattia e non avevano alcun tipo di problema. Ecco quindi come, poi, è scaturita la creazione di questa nuova tecnologia molto speciale. Il sistema per l’analisi vocale dei piccini è stato messo appunto alla perfezione e i ricercatori sono arrivati ad affermare che questo sistema può, oggi, rilevare le differenze fra le voci e i suoni dei bambini e riconoscere quelli affetti da autismo con una accuratezza del 86%.

Per arrivare a tale risultato gli scienziati e gli studiosi hanno lavorato con molta accuratezza e infinita precisione. I lori studi si sono mossi attraverso l’analisi di ben 1500 tracce vocali. Ogni traccia in questione ricopriva la registrazioni dei suoni e delle voci dei bambini per 24 ore consecutive. Esse sono state ottenute applicando i registratori a batteria ai vestiti di 232 bambini in età compresa fra i 10 mesi e i 4 anni. In tutto sono state analizzare 3 milioni di espressioni dei bambini. In ogni campione sono stati presi in considerazione ed analizzati ben dodici specifici parametri sonori associati con lo sviluppo vocale. Di questi dodici parametri è poi stato giudicato più importante quello della sillabificazione o meglio il parametro che misura l’abilità dei bambini di produrre sillabe ben formate attraverso i rapidi movimenti che coinvolgono sia la mascella sia la lingua.

La tecnologia Lena potrebbe quindi aiutare i pediatri a riconoscere la malattia e magari indirizzare le famiglie da uno specialista per  avere una diagnosi più accurata dei problemi. Inoltre il nuovo metodo di visita che utilizza questa particolare tecnologia  può quindi garantire e riuscire ad assicurare ai bimbi con autismo un trattamento precoce e più efficace. Quello che si dice un buon passo in avanti grazie alla ricerca e al lavoro di un team di persone ben preparate e con la volontà di migliorare le cose.

Alessandra Solmi