Non un partito e neppure un movimento. “Verso Nord” è un grido lanciato dai delusi di entrambi gli schieramenti, una sorta di alleanza che mette insieme gli scontenti di Pd e Pdl. Massimo Cacciari, Franco Miracco, Achille Variati (sindaco di Vicenza del Pd), Mario Bertolissi (costituzionalista di fiducia del Pdl), Maurizio Fistarol e Diego Bottacin, ex rutelliani della Margherita. Sono loro i padri fondatori di “Verso Nord”, movimento che sà tanto di alternativa allo strapotere della Lega nel Nord del paese.
Obiettivo primario di questo neonato movimento è ottenere le firme di nomi importanti dell’una e dell’altra parte, personalità che con la loro adesione appoggerebbero l’idea di un’alleanza che esce dai canoni de la storica contrapposizione tra destra e sinistra. Alessio Vianello, avvocato mestrino ex assessore della seconda giunta Cacciari, anticipa le linee guida del movimento: “Il nord è la sfida di abbinare l’elemento territoriale alla prospettiva nazionale. Per noi il nord è il nord delle città sostenibili, del sistema sociale effettivo tipo Danimarca. Nella parola nord, però, c’è anche il nostro territorio”.
Il movimento non guarda alla militanza politica degli aderenti. Poco importa, ad esempio, che Vianello sia coordinatore provinciale veneziano dell’Api, l’Alleanza per l’Italia di Francesco Rutelli. “Verso Nord” si pone in aperta contestazione nei confronti della deriva della politica italiana, causata dalla crisi del Pdl, appiattito sulla Lega, e dalla virata socialdemocratica del Pd di Bersani. Come spiega Massimo Cacciari: “Siamo in una fase in cui alla crisi evidente del Pdl non si contrappone un’iniziativa forte del Pd. La crisi di entrambi i partiti su cui avrebbe dovuto reggersi lo schema bipartitico ci costringe a pensare a qualcosa di diverso. Nel Pdl e nel Pd si affronti questa situazione, poi vedremo”.
“Il berlusconismo è un ciclo finito – sottolinea lo stesso Vianello. Quanto alla Lega, la nostra proposta è il contrario della Lega, che liscia il pelo agli elettori: lisciando il pelo non si governa. Se la Lega è quella che fa pagare ai contribuenti le multe degli splafonatori, è una Lega che ci fa fare la fine della Grecia. Invece noi vogliamo fare come la Germania. Gli elettori che hanno dato fiducia al Pdl erano convinti che la spinta liberalista avrebbe portato ad uno Stato più leggero. E invece si ritrovano costretti a seguire la Lega sul terreno del localismo”.
Nel frattempo, Flavio Tosi, sindaco leghista di Verona, fa sapere: “Devono darsi un’identità precisa o chiariscono che sono in scissione da Pd e Pdl, o sembra una presa in giro o il tentativo di carpire la fiducia dei cittadini. Ben venga chi difende gli interessi del Nord, ma devono avere anche qualcuno a Roma, come la Lega, in grado di portarli avanti”.
Di Marcello Accanto